sabato 12 novembre 2011

Strutture Caritas, i Radicali in Procura. L'esposto: opererebbero senza autorizzazioni e accreditamento Asl

Da Il Giornale dell'Umbria, 12 novembre 2011

di Umberto Maiorca

<<L'organismo pastorale ecclesiastico: "Siamo sconcertati, tutte le case sono idonee al servizio che svolgono>>

PERUGIA - I Radicali non mollano la presa e vanno in Procura per presentare un esposto su presunte "anomalie nella gestione delle attività effettuate dalla Caritas umbra in particolare di quella operante nella diocesi di Perugia-Città della Pieve. Nel loro esposto i Radicali lamentanon che "negli immobili gestiti dalla Caritas" si svolgano attività di "ricezione, ospitalistà per famiglie bisognose, persone anziane, extracomunitari, tossicodipendenti e studienti". L'elenco: Casa accoglienza Gesù Redentore, Casa alla Querce, Casa dello Studente, Casa di cura e ospitalità per anziani in Solfagnano, Casolare di San Fatucchio, Casa San Vincenzo per minori. Attività che vanno "dalla semplice accoglienza alla vera e propria attività di cura della persona in termini sanitari e socio sanitari dei propri ospiti". Secondo i Radicali ci sarebbero accordi tra Caritas e Asl 2 per "veri e propri percorsi e trattamenti terapeutici, assisitenziali e riabilitativi per il recupero di pazienti affetti da disagi di natura psichiatrica e psicologica". Cosa in contrasto con la normativa nazionale e regionale, dicono i Radicali, e anche i regolamenti comunali che prevedono "solo strutture pubbliche e private autorizzate e convenzionate, possano somministrare cure o effettuare assistenza di tipo medioc, sanitario, sociosanitario e sociosanitario assistenziale". E l'accreditamento "è la condizione necessaria per erogarare prestazioni sanitarie a carico del Servizio sanitario regionale mediante un vero e proprio contratto con la Regione e le Asl". Nel sito della Regione non sono elencate strutture della Caritas accreditate, ma per i Radicali "sembrano esercitare anche attività di tipo sanitario e socio-sanitario-assistenziale.""Pertanto ad oggi tutte le strutture indicate dalla Caritas - scrivono i Radicali nell'esposto - non sembrerebbero avere i requisiti di legge e le necessarie autorizzzioni per poter svolgere attività di cura ed assistenza" e che "la classificazione degli immobili al cui interno la Caritas opera e svolge le proprie attività risultano incompatibili con le attività stesse" e "alla mancanza delle necessarie autorizzazioni sanitarie e la non conoscenza delle qualità professionali del personale addetto" ci si troverebbe davanti alla "carenza dei requisiti minimi di spazio, dotazioni tecniche e tecnologiche e di igiene".

Interpellata la Caritas regionale "esprime tutto il suo sconcerto per un attacco ad un organismo pastroale ritenuto benemerito dalle istituzioni per l'attività quarantennale che svolge a beneficio degli ultimi nello spirito dell'accoglienza e della carità tipico della Chiesa". Sulle singole contestazioni mosse nell'esposto sarà la Caritas a rispondere qualora la magistratura riterrà che le strutture non si presentano come delle case famiglia e svologno attività che non potrebbero svolgere. Nell'esposto i Radicali  nominano la Casa Sant'Ercolano di via Alessi, struttura che è chiusa da quattro anni per restauro. La Casa San Vincenzo è una struttura per l'accoglienza di miniori in regola con la normativa regioanle e giudicata a posto dal comitato di gestione del servizio miniori del Comune di Perugia e anche dal ministero della Giustizia. La Casa Sant'Anna è stata inaugurata da poco completamente ristrutturata.

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