sabato 19 novembre 2011

Recensione di "Attenta Vigilanza"in Il Giornale dell'Umbria

Andrea Maori racconta la storia dei Radicali attraverso le carte di Polizia

"Attenta vigilanza" ripercorre in maniera certosina la cronaca politica italiana dal 1953 al 1986

Il Giornale dell'Umbria, sabato 19 novembre 2011, pag. 36


di Francesco Pullia

PERUGIA - Ripercorrere la storia dei radicali in Italia, a partire dagli inizi degli anni Cinquanta, comporta trovarsi innanzi a due percorsi paralleli. Da un lato, infatti, si ha a che fare con le fasi di un genocidio politico-culturale perpetrato nei loro confronti, appunto, da quella che un agguerrito liberale come Panfilo Gentile non esitò a chiamare, negli anni Sessanta, "partitocrazia", intendendo con essa l'occupazione (anticostituzionale) da parte dei partiti di ogni ganglio dell'intero sistema. Dall'altro, ci si accorge di come e di quanto, al di là dell'abrasione attuata da conservatorismi e confessionalismi di destra e di sinistra, sia riuscita ad agire nel paese, mostrandosi in certi casi determinante, una forza riformatrice, propositiva, che ha portato all'acquisizione, per tutti e non soltanto per una parte o fazione, di diritti che altrimenti sarebbero rimasti ancora ignorati.  (...)

Di questo duplice aspetto se ne ha conferma dalla lettura di "Attenta vigilana", il volume edito da Stampa Alternativa, con prefazioen di Giuseppe Moscati e postfazione di Giuseppe Rippa, in cui Andrea Maori, archivista e noto militante radicale perugino, ha raccolto un'accurata cernita tra le migliaia di carte dedicate dal 1953 al 1986, dalla polizia ai radicali. Per circa due anni, con certosina pazienza e straoridnaria competenza, Maori ha esaminato e studiato un'infinità di appunti, rapporti, telegrammi depositati a Roma, all'Archivio centrale dello Stato, ricostruendo con perizia contesti, situazioni, scenari da cui emerge, con estrema nitidezza, il ritratto di una componente politica non riconducibile a schemi e stereotipi e, proprio per questo, invisa a schieramenti restii a sostanziali cambiamenti fautori e artefici dello scempio delle regole democratiche.

Non ci vuole, poi, molto per accorgersi come non ci sia grande differenza tra le meticolose relazioni con cui solerti agenti e funzionari riferivano agli inizi degli anni Cinquanta agli organi superiori delle prime iniziative radicali e i toni e gli accenti dei dispacci redatti trent'anni dopo. Allo stesso modo no si può non riscontrare l'insistenza quasi maniacale da parte dei radicali su tematiche proprie di un composito e articolato programma di riforma e governo della società. Ed ecco, allora, l'intento di smantellare privilegi oligarchici, mefitici consiciativismi, deleteri intrecci tra partiti, finanza e pretese vaticane attraverso il delineamento di una società aperta, moderna, europea. Si ha così, conferma che accanto ad un'italietta di pastette e inciuci sbeffeggiata da un carattterista come Sorti e acutamente analizzata da intellettuali come Sciascia e Paolini, ce n'è un'altra che da oltre mezzo secolo si batte per restituire dignità e dimensione politica a ciò che caratterizza il nostro vissuto.

"Attenta vigilanza" a ben vedere, è un libro sui radicali da consigliare a chi radicale non è, affinchè si renda cosnto di quanto, volenti o nolenti, certe analisi si siano rivelate profetiche e antipatrici. Sicuramente di queste pagine "di polizia" è descritto e racchiuso un cammino di crescita corale, collettiva.

Andrea Maori, "Attenta vigilanza. I Radiclai nelle carte di Polizia" (1953-1986), pp. 470, Stampa Alternativa 2011, 18 euro.

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