giovedì 28 aprile 2011

Testamento biologico: riprendiamoci l’iniziativa! Intervento di Bardani dell'Associazione radicale "Ernesto Rossi" di Terni

Testamento biologico: riprendiamoci l’iniziativa!

È passato poco più di un anno da quando, nella seduta del 19 aprile 2010, il consiglio comunale di Terni bocciava la proposta di iniziativa popolare di istituzione di un registro comunale dei testamenti biologici,  promossa da varie associazioni ternane (Circolo radicale Ernesto Rossi, Circolo UAAR di Terni e Associazione Civiltà laica).

Ricordo che, sull’onda dell’indignazione suscitata da un voto chiaramente contrario alla volontà della cittadinanza,  nasceva su facebook un gruppo di pressione “Per il registro dei testamenti biologici a Terni” ed intorno al fondatore si costituiva quindi un comitato cittadino per promuovere iniziative volte a ribaltare l’esito del voto.

È passato solo poco più di un anno, dicevo, ma tutto il fermento nato in quei giorni é dissolto, senza aver dato alcun frutto nel frattempo.

E dire che di elementi di novità, potenzialmente dirompenti, c’erano, eccome, in quell’esperienza.In primo luogo la proposta bocciata dal consiglio che, per la prima volta nella storia della città di Terni, era di iniziativa popolare, nata al di fuori degli schemi dei partiti presenti nell’assemblea.

In secondo luogo l’inedito caso di una mobilitazione politica locale animata attraverso un social network, sulla carta poco controllabile dai circuiti tradizionali di (distorsione della) rappresentanza.

Forse annusando, più che comprendendo il rischio, la politica locale è riuscita - senza difficoltà, va detto - ad annichilire e digerire gli elementi eterodossi di tale esperienza, riconducendo l’azione del gruppo sorto da facebook nella morta gora della politica buorocratico-partitocratica.

Il gruppo, quasi inevitabilmente istituzionalizzatosi presto in comitato, si è così riempito di una lunga lista di rappresentanti di partiti e associazioni, all’insegna del politicamente corretto, trovandosi impaludato fra opposti veti, timidezze e cattive coscienze e non ha prodotto che inutili noiose riunioni: del giovanile fervore degli inizi si son perse completamente le tracce.

Non ha fatto, più che altro, l’unica cosa che politicamente doveva, per onorare il proprio impegno e, direi, il proprio imprinting politico: raccogliere le firme per indire un referendum cittadino.

Tale contraddizione ha condannato il comitato e l’esperienza può dirsi ormai morta, per lo meno da un punto di vista cerebrale.

Non possiamo permettere, però, che la squallida fine del comitato, ridotto ad assemblea di partiti  e gestito con vecchie logiche, si porti nella tomba il genuino slancio che aveva spinto radicali, UAAR e Civiltà laica a raccogliere le firme.

Queste tre associazioni hanno dimostrato di saper attivare la coscienza della città, percorrendo la difficile ma necessaria strada della democrazia diretta.

È ora che si riprendano l’iniziativa che il comitato ha umiliato con la propria inerzia.

È necessario che riprendano il cammino delegato inopinatamente ad altri e raccolgano le firme per un referendum popolare.

Massimiliano Bardani

Associazione radicale “Ernesto Rossi

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