mercoledì 6 aprile 2011

La politica costa a ogni umbro 304 euro l’anno: lo studio della Uil

Attacco alle Province: «Gravi ingerenze sulla vicenda delle comunità montane»




di Iv. Por.

da www.umbria24.it/

Ogni umbro nel 2010 ha speso 304 euro per pagare le spese della politica solo in riferimento alla Regione e alle due Province. I conti li fa la Uil dell’Umbria con un’interessante analisi che vi proponiamo nel dettaglio. I dati sono stati forniti nel corso dell’iniziativa nazionale lanciata dalla Uil contro le spese della politica che si è svolta anche in Umbria, presso l’Etruscan Chocohotel di Perugia.

Tagliare gli stipendi «Lungi da noi l’idea che i costi della democrazia non siano produttivi – ha sottolineato il segretario regionale della Uil, Claudio Bendini - ma siamo convinti che occorra mettere un freno agli sprechi e agli sfarzi, che sono ingiusti e, a volte, fastidiosi in tempi di “vacche grasse” ma, che suonano come un “cazzotto in un occhio” in tempi come gli attuali, con milioni di persone alle prese con una crisi che sta mordendo, soprattutto, sul versante dell’occupazione. Pensiamo, però, che il taglio degli stipendi e delle indennità ai politici sarebbe, in questo momento, un segnale importante al Paese, un modo di dare il buon esempio, una questione di equità, anche a fronte dei non alti redditi percepiti da lavoratori e pensionati. Va da sé che la voce stipendi ed indennità è importante, ma resta marginale di fronte ai costi per il funzionamento degli organi della cosiddetta democrazia».

Timida razionalizzazione Secondo Bendini «nella nostra regione c’è una ridondanza di Agenzie regionali, di Ambiti territoriali ottimali, di enti di gestione dei servizi di fornitura delle utenze domestiche, di Comunità montane, di Ambiti territoriali integrati, oltre a tutte quelle aziende che sono state create dai Comuni». C’è, inoltre, il capitolo consulenze esterne. Al 31 luglio del 2010 in Umbria le pubbliche amministrazioni hanno conferito 4.353 fra incarichi e consulenze per un importo di oltre 42 milioni di euro. «Consulenze che – afferma Bendini – è bene puntualizzare, nella maggior parte dei casi avrebbero potuto essere svolte dal personale interno agli enti. In Umbria – prosegue – è stata avviata una timida politica di razionalizzazione, che ha visto la sua parte migliore nell’accorpamento di tutte le società del trasporto pubblico locale, unificate nell’Azienda unica regionale. Operazione nella quale il sindacato ha dato un grande contributo».

Grave ingerenza Province «Sulla riforma delle comunità montane – dice Bendini - puntiamo sulle Unioni dei comuni. A riguardo, riteniamo grave l’ingerenza con cui le Province di Perugia e Terni hanno stravolto il piano della Regione, condiviso, per i livelli occupazionali, anche dal sindacato. Un fatto, per l’Umbria, senza precedenti, che ha affievolito il ruolo del Patto per l’Alleanza». Per il segretario Uil «ogni riforma istituzionale rischia di perdere in efficacia se all’interno dei vari Enti, Agenzie e Aziende amministrate non vengono applicate le migliori tecniche di gestione. Attraverso queste azioni avremo, come primo beneficio, una corposa riduzione dei costi della politica e dell’amministrazione, viatico per una riduzione delle tasse di lavoratori e cittadini e, di conseguenza, per una ripresa dell’economia dell’Umbria. L’efficienza e l’economicità della macchina pubblica regionale sono i pilastri fondamentali per ogni politica di rilancio della nostra economia. Questo perché solo in questo modo le risorse economiche disponibili potranno essere investite per incentivare l’industria e il turismo dell’Umbria, fatti salvi i livelli di assistenza socio sanitaria».

LA SCHEDA DETTAGLIATA

I costi della politica in Umbria: per la Regione e per le due Province nel 2010 ogni residente ha “pagato” in media 304 euro

Regione e Province di Perugia e di Terni nel 2010 sono costate 304 euro per residente umbro. Il Cuore verde è la regione con il minore numero di consiglieri regionali (31, mentre l’ultima in classifica, la Sicilia, ne conta ben 90). Nonostante questo, anche in Umbria i capitoli di spesa della politica rimangono elevati, anche a causa del ricorso “indiscriminato” (a tutti i livelli amministrativi e istituzionali) a incarichi e consulenze esterne. Ecco l’elenco dei costi della politica umbra:

Regione - I 31 consiglieri regionali, i 9 membri della Giunta regionale e le 5 commissioni consiliari (con relative presidenze) hanno comportato una spesa (dato 2010) di 21.305.807 di euro.

Provincia di Perugia – Con i suoi 31 consiglieri, 10 componenti della Giunta, 5 commissioni consiliari e un direttore generale, la Provincia di Perugia l’anno scorso è costata 181.486.483 euro (per spesa corrente, investimenti e rimborsi dei mutui). La spesa di funzionamento della Giunta e del Consiglio hanno ammontato a 2.959.936 euro. Tra l’altro, la Provincia di Perugia è tra le 31 d’Italia che hanno optato per la poco comprensibile scelta di nominare un Direttore Generale (figura facoltativa) accanto a un Segretario Provinciale (figura, questa, obbligatoria per legge). Scelta che comporta il pagamento di due stipendi per compiti che potrebbe svolgere il solo Segretario Provinciale.

Provincia di Terni – Nel 2010, con 26 consiglieri, 9 membri di Giunta, 4 commissioni consiliari,  è costata 66.562.477 euro. Le spese per Giunta e Consiglio hanno ammontato a 1.859.472 euro. Anche qui emerge la particolare scelta presa riguardo la figura del Direttore generale, che a Terni coincide con quella del Segretario generale. Due ruoli per la stessa persona, che per il “disturbo” ha diritto all’indennità di posizione.

Il totale delle spese per la Regione e per le due Province – 274.174.175 euro per il 2010 – ha avuto una ricaduta media di 304 euro per residente (dato relativo al 2010, considerando una popolazione residente di 900.790 unità).

Comune di Perugia – L’Amministrazione comunale di Perugia ha registrato una spesa complessiva pari a 227 milioni di euro (tra spesa corrente, investimenti e rimborsi mutui); il funzionamento del consiglio e della giunta ha impegnato risorse per otto milioni e 900mila euro; collaborazioni, incarichi e consulenze esterne sono costate un milione e 160mila euro; infine le spese per il personale esterno degli uffici della giunta ammonta a 490mila euro.

Comune di Terni – La spesa totale è stata di 240 milioni di euro; quella per consiglio e giunta di 6 milioni e 800mila euro; collaborazioni, incarichi e consulenze esterne sono costate un milione e 320mila euro.

Consulenze e incarichi esterni – Per quanto riguarda gli incarichi e le consulenze esterne, al 31 luglio del 2010 in Umbria (da tutte le amministrazioni) ne sono state conferite 4.353, per un importo “impegnato” di 42.107.378 euro e un costo medio per consulenza pari a 9.673 euro.

I costi della politica in Italia

L’Italia spende per la politica più di ogni altro Paese al mondo in proporzione alla popolazione. Negli ultimi dieci anni i costi per far funzionare la macchina politica sono aumentati del 40%.  Il risultato è che oggi nel Belpaese si contano troppi livelli decisionali che non solo comportano una moltiplicazione dei costi, ma anche la paralisi decisionale, con serie conseguenze anche a livello economico’. Secondo le stime della Uil sono oltre 1,3 milioni le persone che vivono direttamente, o indirettamente, di politica. E ogni anno i costi complessivi della politica ammontano a circa 18,3 miliardi di euro, a cui occorre aggiungere i costi derivanti da un “sovrabbondante” sistema istituzionale quantificabili in circa 6,4 miliardi di euro, arrivando così alla cifra di 24,7 miliardi di euro. Una somma che equivale al 12,6% del gettito Irpef (comprese le Addizionali locali), pari a 646 euro medi annui per contribuente. I cittadini si ritrovano a dover far fronte alle spese per un “esercito” composto da oltre 123mila tra Parlamentari, Ministri, Amministratori Locali; oltre 25mila amministratori delle 7mila tra società e consorzi partecipati dalle Pubbliche Amministrazioni; oltre 299mila persone con incarichi e consulenze elargite nella Pubblica Amministrazione.

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