mercoledì 1 settembre 2010

Caccia, un intreccio di affari economici e politici, altro che sport o divertimento!


Trentottomila doppiette, di cui diecimila nel Ternano e ventottomila in territorio perugino. Un clima di guerra nelle strade di campagna. Il macabro rituale della caccia in Umbria è ricominciato. Quest'anno in tutte le regioni, tranne in quattro, è stata consentita la preapertura. I politicanti trasversalmente, dal pdl all'idv,  fanno a gara a mostrarsi ossequiosi nei confronti delle lobbies venatorie che gestiscono forti interessi senza però incontrare, è bene avere il coraggio di dirlo, il favore della maggioranza della popolazione, stanca di assistere, impotente, ad un massacro reiterato e protetto. Dal 1980 al 2007 il numero dei cacciatori è dimezzato passando da 1,5 milioni a 700.000. In compenso, il Senato ha approvato una norma che ha cancellato i limiti della stagione venatoria previsti tra il 1 settembre e il 31 gennaio. Per "puro divertimento" vengono uccisi merli, ghiandaie, tortore, colombacci, anatre selvatiche che stanno ancora terminando il loro periodo riproduttivo. E sempre al Senato è fermo il ddl del sen. Franco Orsi ulteriormente permissivo nei confronti dei cacciatori. Accanto allo sterminio delle varie specie, vanno ricordati, inoltre, gli incidenti causati dalla caccia: tra il 2006 e il 2009 i morti sono stati 130 e 249 i feriti. A pochi giorni dall'assassinio di don Francesco Cassol, parroco di San Martino di Longarone (Belluno), ucciso all'interno dell'area protetta del Parco Nazionale dell' Alta Murgia mentre dormiva in un sacco a pelo perché “scambiato” per un cinghiale, si continua, dunque, a spacciare per sport, addirittura “naturalista”, una pratica che tutto è fuorché sportiva.

Dai dati UNAVI risulta che il giro d'affari annuale legato alla caccia (produzione armi, cartucce, abbigliamento, ecc.) supera i tre miliardi di euro.

Nonostante le condanne inflitte all'Italia da parte della corte di giustizia del Lussemburgo per violazione delle direttive sugli uccelli selvatici, i nostri politicanti temono di più le ritorsioni della lobby dei cacciatori e il loro ricatto che non le sentenze dell'Unione Europea.

Nel ribadire la nostra netta contrarietà all'esercizio venatorio invitiamo tutti a partecipare numerosi alla manifestazione nazionale contro la caccia che si svolgerà  sabato 18 settembre a Venezia.

Francesco Pullia, (componente direzione nazionale Radicali Italiani), Alessandro Rosasco, (componente giunta di segreteria Radicali Italiani),  Liliana Chiaramello, (segretaria Associazione “Giovanni Nuvoli”-radicaliperugia.org), Andrea Maori, (tesoriere Associazione “Giovanni Nuvoli”-radicaliperugia.org) Massimiliano Bardani, (Circolo radicale “Ernesto Rossi” - Terni)


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