domenica 30 novembre 2008

Svizzera, oggi referendum per legalizzare la cannabis. In Italia si continua a reprimere con costi sociali enormi

Cannabis

Andrea Maori, membro della direzione dell’Associazione Radicale Antiproibizionisti


I cittadini svizzeri  oggi, 30 novembre,  sono chiamati a votare in un referendum popolare per decidere se legalizzare la marijuana nel loro Paese.


L’attuale politica della Confederazione svizzera – rispetto alla quale il referendum di oggi tende di smussarne gli angoli più restrittivi - si basa sule  “4 politiche pilastro", stabilite dal Governo federale nel 1991, prevenzione, trattamento, riduzione del danno, inasprimento legislativo, portarono, per l'eroina, ad una diminuzione delle morti per overdose, riduzione dell'incidenza, riduzione dei crimini correlati, e altro, per la cannabis non ottennero effetto. Ed è anche per questo che in Svizzera il referendum è stato presentato. Ma se Oltralpe il dibattito sulle politiche in materia di droghe si muovono in un’ottica di tendenziale legalizzazione, con effetti positivi  sulla salute pubblica, in Italia gli effetti delle politiche proibizioniste sono sotto gli occhi di tutti. Ecco alcuni dati.In Italia quasi tutte le droghe vengono importate, cocaina ed ecstasy sono le droghe maggiormente consumate al momento presente;  Utilizzando come indicatori indiretti i dati rilevati dalle fonti informative ufficiali, nonché altri indicatori come le percentuali del consumo di droga della popolazione tra i 15 e i 64 anni (nell'ultimo anno),  i numeri dei trattamenti per tossicodipendenze in centri pubblici o privati, i sequestri operati dalle forze dell'ordine, si perviene a stimare che il valore del consumo di droga si aggira intorno all0 0,4% del Pil. (Baldassarini, Istat, in workshop “Illicit drug market, Parlamento europeo, 13 novembre 2008). E' possibile, inoltre, stimate l'ammontare dei consumatori per tipologia di droga.  Si stima in circa 2.400.000 i consumatori totali di cannabis, dei quali circa 380.000 abituali; sommando le 6 sostanze prese in esame, in Italia si determina un dato provvisorio di circa 3,8 milioni di consumatori, corrispondenti al 10% del totale della popolazione compresa tra i 15 e i 64 anni, dei quali 830.000 abituali. 


Di fronte a questi dati che confermano  che siamo in presenza di un fenomeno diffuso, di massa, in continua crescita, la politica è ferma alla pura repressione che – come si vede – non fa altro che produrre nuovo proibizionismo, nuove sofferenze, nuove prospettive per i giovani: il carcere e le comunità terapeutiche.



2 commenti:

  1. La Svizzera è lontana30/11/08, 20:04

    Roma, 30 nov. (Apcom) - Solo uno dei cinque quesiti referendari sottoposti oggi al giudizio del popolo svizzero sembra essere passato, secondo le prime proiezioni fornite dall'istituto gfs.bern: quello sulla revisione della legge sugli stupefacenti, che prevede in particolare la distribuzione controllata dell'eroina, un sistema approvato circa dal 69% dei votanti.

    Dovrebbero invece essere state bocciate le "iniziative" sulla depenalizzazione della cannabis, sulla limitazione del diritto al ricorso delle associazioni e sul pensionamento flessibile. In bilico il referendum sull'imprescrittibilità dei reati di pornografia infantile.

    Se le proiezioni dovessero essere confermate e se l'iniziativa sulla pornografia infantile dovesse venire bocciata, si tratterebbe di una vittoria su tutta la linea per il governo - scrive il sito online di Swissinfo - che si è battuto a favore della legge sugli stupefacenti e contro le quattro iniziative.

    Grazie a questa nuova legge, la politica della droga applicata da una quindicina d'anni e basata sui cosiddetti quattro pilastri (prevenzione, terapia, riduzione dei danni e repressione) può ormai appoggiarsi su una base normativa.

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  2. La Svizzera è lontana01/12/08, 11:20

    ALTRO LANCIO D'AGENZIA PIU' COMPLETO - La depenalizzazione della canapa non convince gli svizzeri. Il referendum di ieri, che proponeva la legalizzazione della droga leggera per uso personale, è stato ampiamente bocciato dall’elettorato elvetico. Alle urne la Confederazione ha sancito, invece, un netto sì all’eroina di Stato, politica già in corso da 15 anni nel Paese.
    Pur essendo tra gli europei proprio gli svizzeri quelli che fanno più uso di cannabis, a esprimersi contro lo spinello legale sono stati oltre il 63 per cento dei votanti. Il testo chiedeva di depenalizzare il consumo e la coltivazione di canapa per uso personale, al fine di lottare contro la criminalità legata al traffico della droga, attribuendo alla Confederazione il compito di regolarne produzione, commercio e di proteggere i giovani. L’iniziativa popolare «Per una politica della canapa che sia ragionevole e che protegga efficacemente i giovani» prevedeva la non punibilità per gli adulti che acquistano, possiedono, coltivano e consumano per se stessi cannabis. Nonostante il divieto, numerose persone fanno uso abituale di marijuana o lo hanno fatto almeno una volta nella loro vita. Secondo i dati di Swissinfo, si tratta di 600mila svizzeri su 7 milioni di abitanti.
    Così la consultazione popolare circa le politiche sulle droghe è andata come previsto dai sondaggi pre-elettorali e il governo ha incassato un’importante conferma alle sue scelte. Si tratta, però, anche di una vittoria per chi, fuori dalla Svizzera - e in particolare tra i partiti di destra - è schierato contro la legalizzazione. Il potenziale «sì» svizzero avrebbe costituito un precedente da utilizzare nella annosa battaglia per la depenalizzazione delle droghe leggere anche in altri Paesi della Ue. Molti, inoltre, temevano il trasformarsi della Svizzera in un narco-paradiso e in particolare il fiorire di un turismo transfrontaliero dal nord Italia verso il Ticino.
    Per gli analisti, gli svizzeri hanno dato prova di pragmatismo respingendo quel salto nel vuoto costituito dalla depenalizzazione degli spinelli e approvando allo stesso tempo - con il 68 per cento dei consensi - una legge federale sugli stupefacenti già collaudata. Nella densa domenica referendaria (5 quesiti) gli elettori elvetici infatti si sono espressi a favore della distribuzione di eroina sotto controllo medico. Una scelta che alcuni attribuiscono ai traumatici ricordi delle «scene aperte» della droga di Zurigo, come erano chiamati i luoghi di ritrovo degli eroinomani. Era il 1992 quando il governo, pioniere in tutta Europa, autorizzò per la prima volta la distribuzione di eroina. Oggi in tutto il Paese circa 1.300 persone sono coinvolte nel programma di prescrizione di eroina destinato a tossicomani affetti da una fortissima dipendenza (a fronte di 26mila persone in terapia). L’approvazione della nuova legge, contestata da un referendum promosso dalla destra populista, era necessaria per fornire una base legale all’attuale politica dei cosiddetti quattro pilastri: prevenzione, terapia, riduzione dei danni e repressione.
    Paradossalmente, in un primo tempo governo e parlamento volevano includere anche la depenalizzazione della cannabis nella legge sugli stupefacenti, essenzialmente per prendere atto della politica piuttosto tollerante praticata da numerosi cantoni in materia. Ma, complici alcuni studi sui rischi della cannabis per la salute psichica dei giovani, hanno poi cambiato idea

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