giovedì 1 maggio 2008

Lettera all'assemblea del 30 aprile

Intervento di Antonio Di Bartolomeo, membro della segreteria di radicaliperugia.org
Care compagne, cari compagni,

Innanzitutto mi rammarico per la mia assenza all’assemblea dell’associazione, ma spero che queste parole sostituiscano degnamente la mia presenza materiale, cui tenevo particolarmente, specie in questa tutta particolare congiuntura politica: il terremoto del 13-14 aprile ha spazzato via il vecchio sistema partitico, spostandone drammaticamente l’asse verso una destra clericale (se il ciellino Lupi sara’ ministro della salute ci tocca emigrare), populista (si vedano i conati xenofobi leghisti e alemanniani), protezionista-dirigista-corporativista (la vicenda Alitalia e la procurata fuga di Air France e’ il peggiore biglietto da visita del Cavaliere), infine una destra noncurante della profonda crisi economica e sociale che sta affliggendo il Paese; l’unica ricetta che propone il costituendo governo per risanare l’agonizzante economia italiana e’ l’abolizione del bollo auto (i proprietari di inquinanti bidoni semoventi ringraziano) e l’estinzione dell’ICI per tutti (qui a ringraziare sono i palazzinari: due terzi delle entrate ICI non provengono da prime case) senza peraltro specificare da dove saranno presi i fondi per queste inutili operazioni multimiliardarie (in euro).
Ritengo che la mia introduzione sia piu’ che sufficiente a suffragare la scelta, operata gia’ nel 2006 con la stroncata fioritura della Rosa nel Pugno, di tenersi noi radicali ben lontanti dalla destra odierna, qualora vi fosse la necessita’ di ribadirlo.
In politica pero’ non basta autocompiacersi delle proprie idee e proposte; bisogna vincere per governare e applicarle. E’ qui che - noi che abbiamo sempre avuto cultura e responsabilita’ di governo - demarchiamo un netto confine con quella sinistra tardo-ottocentesca che i mezzi d’informazione si ostinano a chiamare radicale anche quando si e’ autonominata “L’arcobaleno”. C’e’ qualche feticista in quella sinistra che individua la ragione della propria disfatta nella mancanza della “Falce e martello” nel simbolo elettorale: nulla di piu’ miope. Hanno perso perche’ i loro ex elettori hanno, consapevolmente o no, fatto una scelta in senso maggioritario in favore del PD; una scelta che ha voluto punire chi stando al governo si era opposto al compromesso, per noi al ribasso, del protocollo sul welfare tra governo e sindacati, nonostante l’approvazione della grande maggioranza dei lavoratori.
Questa digressione era per ribadire quanto sia importante oggi piu’ che mai ricostituire una nuova alleanza tra tutte quelle forze di opposizione che conservano questa cultura del governare di cui sopra. E’ necessario che il progetto veltroniano di esclusione della sinistra estrema si completi pero’ con l’inclusione, non la fagocitazione, di tuttte quelle forze riformatrici, liberali, socialiste, laiche e, perche’ no, radicali. E’ inoltre indispensabile che il PD la finisca – e questo va detto al PD a chiare lettere, anche da Chianciano - con questo atteggiamento di favoritismo e subordinazione nei confronti dell’Italia dei Valori, e di esclusione o supponenza nei confronti delle altre, radicali compresi. E’ questa la chiave per rimettersi in gioco sin da subito e vincere, senza stare a leccarsi le ferite di una sconfitta.
Se questo PD si fornisce di regole chiare che tutelino i vari punti di vista, le diverse opinioni – cosa ben diversa dalle “correnti” di partitocratica memoria – alla stregua del Partito Democratico americano, allora si puo’ pensare ad un’adesione. Viceversa, in caso contrario, resisteremo al di fuori del PD, pur mantenendovi un dialogo, per metter su una riedizione piu’ fortunata - si spera – della Rosa nel Pugno, sulle basi gettate dall’Assemblea di Chianciano.

Chiusa la pagina di respiro nazionale, vorrei concentrare la parte finale del mio intervento alle azioni da intraprendere a livello locale:
1) Caso Pulcini: complimenti a tutti coloro che si sono impegnati per ottenere un successo cosi’ bello. Penso si possa discretamente discutere con Pulcini e con la sua famiglia di una o piu’ iscrizioni a Radicaliperugia.org come segno di riconoscimento per una battaglia piu’ da ONLUS che da partito politico.
2) Garante detenuti: non molliamo su questo fronte. Il risultato e’ da portare a casa entro l’estate, anche attraverso azioni nonviolente; altrimenti non se ne fara’ piu’ nulla per molto tempo.
3) Iniziativa su Russia/Cecenia: ho gia’ accennato questa proposta ad alcuni, ma mi accingo a ribadirla per chi non la conoscesse. Un paio di mesi fa ho conosciuto un giornalista della RAI Lombardia che si occupa con grande passione di vicende legate all’ex URSS. Ha recentemente fondato una associazione chiamata “Annaviva”, in memoria di Anna Politkovskaya, la giornalista russa barbaramente uccisa perche’ troppo scomoda. Gli ho proposto di venire a parlare di questa esperienza a Perugia e lui ha accettato di buon grado. Poi pero’ ho rilanciato: perche’ - mi sono chiesto – non facciamo qualcosa che vada al di la’ del semplice incontro di un pomeriggio di primavera, un qualcosa che renda l’iniziativa piu’ visibile? Allora gli ho chiesto di una mostra fotografica organizzata da un partito polacco che ricordavo essere stata esposta al Parlamento Europeo e prontamente censurata il giorno successivo. Lui mi ha risposto che e’ a conoscenza di questa mostra, ma gli organizzatori chiedono 3500 euro per il trasporto e l’installazione.
Ora, siamo disposti a impegnarci per chiedere questi fondi a un ente locale – penso in primis alla Regione – per esporre questa mostra magari nei giorni affollatissimi dell’Umbria Jazz? Anche questo e’ un motivo di dialogo con il PD, se si considera che lo spregiudicato atteggiamento di Berlusconi con “l’amico Putin” non ha pari in Europa. Vorrei che quest’ultimo punto fosse discusso tra le “varie ed eventuali”.

Grazie a tutti per l’ascolto, a presto.

Antonio.

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