giovedì 8 febbraio 2007

Referendum negato, interrogazione al ministro degli Interni

E' dal 2004 che i cittadini dell'Umbria hanno chiesto la convocazione di un referendum regionale per l’abrogazione dell’art. 1 della Legge regionale n°15/72, ”Indennita' ai Consiglieri regionali”.

 

Il referendum fu dichiarato ammissibile e per ben due volte sono state fissate le date (giugno 2005 e giugno 2006) ma, per la concomitanza con elezioni regionali e nazionali, e' stato sconvocato

Lo statuto regionale prevede che "il referendum gia' indetto si intende automaticamente sospeso all’atto della pubblicazione del decreto di indizione dei comizi elettorali per lo svolgimento di elezioni politiche, nazionali o amministrative nel primo semestre dell’anno" (1).

 

Ora il referendum e' stato convocato per il prossimo 10 giugno 2007, ma, essendoci nei prossimi mesi le elezioni per il rinnovo dei consigli dei comuni umbri di Deruta e Todi, ci sono forti possibilita' che possa essere nuovamente rinviato.

 

Nell’interrogazione, preparata insieme ai Radicali umbri, e rivolta al ministro degli Interni, Giuliano Amato, gli interroganti chiedono:

 


  • quali provvedimenti si intendono prendere per garantire il diritto referendario, costituzionalmente e statutariamente garantito, allo svolgimento del referendum stesso;

  • se si intende sollecitare la Regione Umbria e gli altri organi istituzionalmente interessati, anche ai sensi dell’art. 126 della Costituzione e delle sue norme attuative;

  • se si intende chiedere un parere interpretativo al Consiglio di Stato del comma 2° dell’art. 9 della Legge regionale n°22 del 4 luglio 1997, allo scopo di dare ai cittadini umbri certezze sui loro diritti.


 

L’on. Donatella Poretti, prima firmataria dell'interrogazione, e Andrea Maori, della segreteria del Centro di iniziativa radicale di Perugia, fanno sapere che "I deputati radicali si stanno cosi' facendo carico della preoccupazione espressa dal Comitato referendario per un terzo possibile rinvio del voto. Per evitare che continui ad essere negato il diritto costituzionale dei cittadini umbri ad esprimere il voto su un referendum regionale gia' dichiarato ammissibile".

 

(1) comma 2° dell’art. 9 della Legge regionale n°22 del 4 luglio 1997

 

 

Qui il testo completo dell'interrogazione: http://www.donatellaporetti.it/intg.php?id=335
 


Qui il documento originale Referendum Umbria interrogazione RnP



 


4 commenti:

  1. L'assurdo non è il ministro degli Interni, ma è la Follia di questo sistema detto "federale" ( federale di che!). La regione dell'Umbria e il suo "Governatore" ( ...trice nel caso specifico)che chiedono un referendum : Umbria abitanti circa 800.000 ( cioè come quartiere Talenti-Montesacro a Roma). Il settore con l'incremento % maggiore in assoluto di posti di lavoro è la politica: Stato, Regioni; Provincie ;Comuni;Città metropolitane, Circoscrizioni; Comunita Montane. Esattamente il contrario del bisogno che avrebbe questa "Nazione" cioè di uno Stato con grandi capacità di programmazione e di indirizzi. Un Sistema Folle, mediocre e disonesto che imploderà da solo. Basterà un pò di tempo.

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  2. Complimenti per la discussione che genera il vs. bolg: Bravi ! Non rispondete e della Vs. numerosa associazione siete addirittura in 3. Complimenti ancora!!!

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  3. Carlo Ruggeri10/02/07, 20:35

    Italo, di tempo ne è passato, ma ho il sospetto che l'implosione ce la possiamo sognare, la mediocrità sembra essere ben sedimentata... ;)

    Antonio, non ho capito se la tua è un'esortazione o una critica, in ogni caso torna a trovarci.

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  4. il sistema regge fino a quando non c'è contatto con altri sistemi. In un mondo con barriere aperte e confronti diretti vai a picco come un macigno. Si capisce che la storia vuole i suoi tempi e in questo paese i tempi sono dilatati da una sottocultura e da un "anafalbetismo" (non sapere leggere e scrivere) che fa paura e che si è radicata negli ultimi 30 anni. Un Paese che ha dimenticato completamente la sua Storia soprattutto quella del dopoguerra cioè quella che ci ha fatto rinascere.Due date segnano la fine della crescita sia economica ma anche culturale di questo paese: il '68 e il '70. Il '68 ha segnato l'inizio del declino culturale dell'Italia (l'Italia dei tutti uguali e dei senza merito); gli anni '70 con l'avento delle Regioni la fine economica (avanti in ordine sparso e la corruzione locale e l'esplosione della spesa pubblica).L'Italia nel '60 veniva premiata per la moneta che aveva. Le porto 2 esempi per spiegarmi, sono un piccolo imprenditore alimentare, uno personale uno il caso FIAT. Con l'avento delle Regioni le Fiere all'Estero sono coordinate da Regioni o Provincie (follia) cioè lo Stand dell' Emilia che fa concorenza allo stand della Toscana cioè , come si dice in gergo , "non si fa sistema" a differenza della Spagna della Francia e di altri che sono coordinati da uno Stato con obiettivi precisi. L'acquirente straniero( come succede nei pacchetti turistici) non si sposta per acquistare un prodotto-Toscana, ma per acquistare un prodotto-Italia e si trova davanti a una babele di offerenti con tutte le conseguenze che possiamo immaginare, soprattutto per professionisti pragmatici come i tedeschi, gli americani o gli inglesi.Per cui questo sistema premia solo la congrega dei funzionari regionali, provinciali e altri che sprecano soltanto. La FIAT che è stata un modello di azienda fino agli anni 60 ( ricordate per un attimo i modelli sia Fiat che Alfa Romeo o Lancia con linee all'avanguardia)dagli anni '70 in poi precipitò con la cultura dell'Alfa Sud (esempio del tutto uguali e poco per tutti).Dico questo per riallarciarmi al discorso iniziale del confronto con le economie del mondo. Oggi la FIAT guidata da un Manager capace e da una politica di innovazione torna ad essere attraente e competitiva.Dopo le batoste che ci ha inflitto la Spagna ma anche la Francia iin campo di offerta -turistica si torna a parlare di un Ente unico per la presentazione dell'offerta stessa italiana. Non parliamo delle regole interne, ogni Regione una legge. Il "Federalismo alla Italiana" è esattamente una organizzazione del Paese contraria alle nuove tecniche di comunicazione e di rapporti ( vedi Internet) che tutto il mondo sta seguendo, ricalca invece un modello statalista e burocratico spacciato per novità. Guarda caso è stato introdotto in Italia dalla Sinistra (anni '70) e ripreso dal movimento della Lega ( un movimento di opportunismi e corruzione localistica)che lo ha propagandato in parti cicoscritte del paese a più basso livello di cultura ( Veneto , dati osservatorio Poster Ilvo Diamanti, 30% di analfabeti nella fascia di età da 18 ai 65 anni). Mi dica il suo pensiero. Saluti

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