mercoledì 24 luglio 2024

METROBUS: AVANTI TUTTA - di Mario Albi


Ho partecipato ieri sera all'assemblea popolare a San Sisto. Sconcerto, delusione, rabbia, i sentimenti prevalenti tra il pubblico, per il via libera al Metrobus per ragioni di bilancio, legali: c'è il rischio di pagare 25 milioni di euro di penali se si blocca l'opera e di un contenzioso enorme con le imprese interessate. 

Dunque si va avanti: tra le solide ragioni dei comitati di cittadini e quelle di bilancio, sono prevalse le seconde. Una decisione non facile, certo, ma la politica è appunto scegliere, così come sono stati chiamati a scegliere i perugini al ballottaggio: o la Scoccia o la Ferdinandi. La linea della Scoccia sul metrobus era chiarissima, e anche per quello ha perso le elezioni. La linea della Ferdinandi più possibilista, circa almeno un parziale ripensamento dell'opera, e anche per questo ha vinto le elezioni. I cittadini hanno scelto la Ferdinandi, la Ferdinandi sceglie di dare attuazione, suo malgrado, al progetto fortemente voluto e difeso dalla amministrazione precedente, dalla Scoccia: questi sono i fatti.

Non si poteva fare diversamente? Si, si poteva, pagando un prezzo alto certo, come le penali. Si è scelta la strada della sostanziale continuità. Dispiace.

Tra un po', a breve, molto a breve, la città sarà interessata dai lavori del Metrobus, sarà un cantiere a cielo aperto per un paio d'anni (i lavori andranno completati entro il 2026), con i prevedibili disagi per i cittadini che vivono, lavorano o transitano nelle aree interessate dal percorso, e tutto questo per realizzare una opera faraonica, di grande impatto ambientale, dannosa per la città.

A chi credete penseranno, i cittadini, circa la responsabilità per i disagi che subiranno durante la realizzazione dell'opera? Alla vecchia amministrazione o a quella attuale? E una volta che l'opera sarà finita, chi ne porterà la responsabilità politica? la Scoccia che l'aveva voluta, perdendo le elezioni, o la Ferdinandi che le elezioni le ha vinte, e durante la cui sindacata l'opera  è stata realizzata?

venerdì 5 luglio 2024

Comunicato di Radicaliperugia di adesione alla maratona "Fermiamo i suicidi in carcere" organizzata dalla camera penale di Perugia "Giovanni Dean"


 Radicali Perugia aderisce con convinzione alla maratona “Fermiamo i suicidi in carcere” promossa dalla Camera Penale di Perugia “Giovanni Dean”

Uno degli aspetti del problema dei suicidi
in carcere è quello di ricondurre il numero totale dei detenuti alla capienza legale, per regolarizzare così un’esecuzione penale oggi totalmente al di fuori dei parametri costituzionali italiani e convenzionali europei, in violazione della dignità umana e spesso portatrice di disperazione e di morte.

Sono necessari provvedimenti normativi urgenti: per questo chiediamo con convinzione che il 17 luglio si inizi a votare in aula a Montecitorio la proposta di legge di Roberto Giachetti sulla liberazione anticipata volta a contenere il sovraffollamento carcerario giunto ormai ai livelli del 2013, quelli che portarono la Corte europea per i diritti umani a condannare l'Italia, con la sentenza Torregiani dell’8 gennaio 2013  per la violazione dell’art 3 della Convenzione europea che vieta la tortura e le punizioni o i trattamenti inumani. Con quella sentenza la CEDU ha condannato l’Italia per la violazione dell’articolo 3 della citata Convenzione del 1950, avendo ravvisato condizioni di vita lesive della dignità umana nei nostri istituti di pena soprattutto a causa di un sovraffollamento patologico e dell’assenza di spazi vitali adeguati per ciascun ristretto. La Corte europea ha ritenuto di applicare la procedura della cosiddetta «sentenza pilota», per offrire una risposta uniforme a violazioni analoghe eventualmente riscontrate anche nel futuro.

La proposta di legge Giachetti mira ad istituire un meccanismo per cui la detrazione di pena ai fini della liberazione anticipata è pari a settantacinque giorni per ogni singolo semestre di pena scontata. Si prevede un ulteriore incremento della detrazione di pena per quei condannati che, a decorrere dal 1° gennaio 2020, hanno già usufruito della liberazione anticipata a condizione che nel corso dell’esecuzione della misura successiva alla concessione del beneficio abbiano continuato a dare prova di partecipazione all’opera di rieducazione. In una situazione di sovraffollamento congenito come quello delle carceri italiane, il Parlamento ha l’occasione immediata di approvare in tempi brevi un provvedimento che prevede una deflazione delle condizioni carcerarie e degli spazi residui di libertà, per un lento ritorno alla legalità costituzionale.