giovedì 26 novembre 2020

Approvato all'unanimità in Commissione Consiliare il protocollo tra l'Istituto penitenziario "Capanne" e il Comune di Perugia

 

"Reinserimento sociale dei detenuti tramite l’impegno lavorativo. È questa, in estrema sintesi, l’essenza dell’atto che abbiamo discusso e votato all'unanimità in commissione oggi, dopo una lunga discussione, che ha visto come protagonisti numerosi interlocutori di rilievo, che hanno arricchito e migliorato l’atto. Registro oltretutto con soddisfazione anche l’attenzione da parte della maggioranza su questo tema."


Così il consigliere del Pd Francesco Zuccherini e iscritto a Radicaliperugia, in merito ad un atto presentato dai gruppi del Centro Sinistra a Palazzo dei Priori con primo firmatario il Consigliere stesso. Hanno partecipato alla discussione durante le commissioni il Dott. Luca Verdolini di Frontiera Lavoro, la Dott.sa Elisabetta Chiacchella, docente di Lingua italiana presso la Casa Circondariale di Perugia, la Dott.sa Bernardina Di Mario, Direttrice dell'Istituto penitenziario di Perugia, il Prof. Stefano Anastasia, Garante dei detenuti, il Prof. Carlo Fiorio, vice Direttore del Dipartimento di Giurisprudenza dell'Università degli Studi di Perugia e i tecnici del Comune di Perugia. 

 

"Un primo obiettivo - prosegue Zuccherini -  è stato raggiunto: dalla settimana scorsa 4 detenuti hanno iniziato il proprio lavoro presso il cantiere comunale. Ora dobbiamo proseguire questo lavoro, impegnandoci a stipulare un nuovo protocollo, condiviso e completo, più aderente alle necessità del Comune, del Penitenziario e soprattutto dei detenuti."



venerdì 20 novembre 2020

Radicaliperugia: finalmente ripristinato il lavoro in esterno per detenuti di Capanne

Radicaliperugia: finalmente ripristinato il protocollo d’intesa tra il carcere di Capanne e il comune di Perugia per il lavoro in esterno dei detenuti. Subito approvare un nuovo protocollo per ampliare le possibilità di inserimenti lavorativi con il coinvolgimento della Cassa delle Ammende.

 

A seguito dell’iniziativa “Ferragosto in carcere” di questa estate, grazie all’iniziativa intrapresa dal Partito Radicale, il consigliere comunale PD  Francesco Zuccherini, accompagnato dal Capogruppo del Pd in Regione Bori, si sono recati presso l’istituto penitenziario di Capanne per una visita. In quella occasione, con i vertici dell’istituto, si è discusso anche dell’aspetto lavorativo dei detenuti.

Ne è seguito un ordine del giorno che è in discussione presso la III commissione del comune di Perugia (primo firmatario lo stesso Zuccherini) per rinnovare e ampliare il protocollo d'intesa tra il carcere di Capanne e il Comune di Perugia per l'impiego di detenuti per piccoli lavori di manutenzione e decoro urbano con il coinvolgimento della Casse delle Ammende, l’ente che eroga finanziamenti per programmi di reinserimento di detenuti e di internati.

Prendiamo atto positivamente che questo ordine del giorno sta accogliendo un consenso da parte della maggioranza e quindi auspichiamo una sua rapida approvazione da parte del Consiglio comunale.

Accogliamo favorevolmente la notizia, comunicata ieri durante i lavori in Commissione, che già tre detenuti hanno appena iniziato i lavori nell'ambito del Comune e che un quarto inizierà a breve sulla base dell’attuale protocollo, riattivato dopo che aveva dormito per qualche anno. Solo con l’iniziativa di sensibilizzazione e di lavoro politico in commissione è stata sbloccata una situazione burocratica insostenibile.

Michele Guaitini, segretario di Radicaliperugia

Andrea Maori, tesoriere di Radicaliperugia

giovedì 12 novembre 2020

Audizione di Chiacchella su ordine del giorno per lavoro dei detenuti di Capanne nel comune di Perugia

Elisabetta Chiacchella di RadicaliPerugia è stata audita oggi in una commissione consiliare del Comune di Perugia nell'ambito di una discussione su un ordine del giorno (primo firmatario Francesco Zuccherini) a favore di progetti per il lavoro dei detenuti del carcere di Perugia nell'ambito dell'amministrazione comunale. Ecco il suo intervento.

I detenuti e le detenute generalmente vivono in ambienti posti fuori mano rispetto all’andirivieni degli scambi fra i residenti liberi di una città, come nel caso del carcere di Capanne situato a circa 15 chilometri da Perugia.  Così le esistenze delle persone ristrette nella propria libertà sono difficili da mettere a fuoco e sovente costituiscono un mondo a parte che gli abitanti locali potrebbero anche non incontrare o incrociare mai. A meno che non si voglia considerare “incontro” il sentir parlare del fenomeno carcerario in termini di criminalità, sicurezza/insicurezza, sovraffollamento, provvedimenti di depenalizzazione, oppure di costi economici. Se intendiamo invece con la parola “incontro” un’occasione di conoscenza e di scambio fra esseri umani, occorre che i cittadini di un certo territorio, se lo ritengono opportuno, si pongano in un ascolto attivo per intercettare le possibilità, invero non frequentissime, di mettersi in contatto con le persone ristrette nella propria libertà.

Progettualità formative tenute all’interno della prigione certamente esistono e permettono così ad alcune persone di entrare sporadicamente nelle strutture, tuttavia moltiplicare attività che aiutino a conoscere più da vicino l’ambiente penitenziario e coloro che ci vivono potrebbe dare un grande respiro sociale all’approfondimento della questione. Il recupero delle potenzialità degli individui e delle loro capacità di esprimersi, la ricostruzione di un percorso di cittadinanza passano necessariamente per l’elaborazione di interventi mirati che rendano conto delle dinamiche interattive con il contesto. In tempi di pandemia, si può immaginare però come queste azioni siano sensibilmente ridotte, fino ad arrivare al quasi azzeramento. (segue)

Radicaliperugia consegnano 1700 sottoscrizioni per chiedere alla Regione l'adeguamento alle nuove linee guida nazionali in materia di aborto farmacologico

L'11 novembre sono state consegnate 1700 sottoscrizioni, raccolte in una settimana, su una petizione promossa da Radicali Perugia lanciata sulla piattaforma Change.org rivolta alla Presidente Tesei e all’assessore alla sanità Coletto per adeguare la Regione Umbria alle nuove linee guida nazionali in materia di aborto farmacologico, annullando la propria decisione dello scorso giugno che di fatto obbliga le pazienti al ricovero, in un momento, tra l’altro, nel quale bisogna cercare di limitare il più possibile gli accessi ospedalieri. In pochi giorni sono state già raccolte quasi duemila firme, segno evidente di come questo problema sia molto sentito dai nostri concittadini.

giovedì 5 novembre 2020

Interruzione di gravidanza, cure a domicilio e day hospital, successo di una petizione promossa da Radicaliperugia rivolta alla presidente Tesei

Radicali Perugia ha lanciato una petizione sulla piattaforma Change.org rivolta alla Presidente Tesei e all’assessore alla sanità Coletto per adeguare la Regione Umbria alle nuove linee guida nazionali in materia di aborto farmacologico, annullando la propria decisione dello scorso giugno che di fatto obbliga le pazienti al ricovero, in un momento, tra l’altro, nel quale bisogna cercare di limitare il più possibile gli accessi ospedalieri.

 

In soli 2 giorni sono state già raccolte oltre 1.300 firme, segno evidente di come questo problema sia molto sentito dai nostri concittadini.

 

In Umbria, così come in altre regioni d’Italia e in molti altri paesi, prima della delibera di giugno, era possibile praticare l’aborto farmacologico in regime di day hospital o presso il proprio domicilio, sempre sotto assistenza medica. Il ricovero ospedaliero deve rimanere solo una opportunità residuale qualora dovessero sorgere complicazioni o se reputato necessario dalla donna insieme al suo medico.

Diventa urgente quindi emanare una nuova delibera che recepisca le linee guida nazionali emanate sull'onda delle polemiche scaturite dal caso umbro e che fa definitivamente chiarezza sulla necessità di seguire percorsi alternativi al ricovero obbligatorio. La nuova delibera può anche essere occasione per adeguare i servizi di interruzione di gravidanza farmacologica anche negli altri ospedali regionali oltre a quelli di Pantalla, Narni e Orvieto dove sono attualmente presenti.

Inoltre chiediamo che anche in Umbria sia data piena applicazione alla legge 194 per garantire la presenza di medici non obiettori in tutti gli ospedali, per aumentare gli organici dei consultori e per garantire la contraccezione gratuita.

 

E’ ancora possibile firmare la petizione andando all’indirizzo internet http://change.org/abortofarmacologicoUmbria

 

 

Elisabetta Chiacchella, Anna Rita Fiorini Granieri, Michele Guaitini e Andrea Maori – Radicaliperugia.org