Ieri, 11 dicembre, giornata di mobilitazione staordinaria per l' opposizione all' archiviazione del processo per la morte in carcere di Aldo Bianzino, giornata nella quale si è svolto, il pomeriggio, un dibattito presso la Facoltà di Scienze Politiche di Perugia, organizzato da radicaliperugia.org, con il lavoro di Liliana Chiaramello, segretaria, e il coordinamento di Alì Adamu (@.r.a.), ricorreva anche l'anniversario della morte di Gabriele Sandri, ucciso a 26 anni da un colpo di pistola esploso da un poliziotto in una zona di sosta dell'autostrada, vicino ad Arezzo.
Gabriele Sandri era un ragazzo di 26 anni che stava andando in macchina, insieme ad amici, a seguire una partita di calcio. Una morte quindi non collegabile al proibizionismo nè al carcere, ma che si allaccia alla ormai interminabile serie degli abusi di potere che troppo sangue hanno versato per tutta l'Italia. Abuso di potere che si evidenzia anche nei dibattimenti processuali che seguono, dove la disparità tra le parti in causa è evidente e la verità viene seppellita sotto omissioni, falsi, aggiustamenti, menzogne.
Proprio a quella parte sana delle forze dell'ordine e delle istituzioni tante volte evocata, che esiste, è richiesto uno sforzo di coraggio e di onestà perchè abbia fine la vile copertura di reati che se non è complicità vera e propria configura comunque un comportamento omertoso, indegno di chi la legge è chiamato a difendere.
Claudia Sterzi, segretaria dell' Associazione Radicale Antiproibizionisti (@.r.a.)
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Claudia Sterzi