martedì 28 aprile 2015

Beni culturali dello Stato in comodato alle strutture ecclesiastiche

Perugia: recuperati 152 volumi antichi di carattere giuridico e civico di proprietà dello Stato. Molto bene, ma perchè sono in deposito in una biblioteca privata ecclesiastica?


Nota di Andrea Maori e Michele Guaitini, radicaliperugia.org

Un importante lavoro di recupero di volumi antichi, prevalentemente di carattere giuridico, è stato compiuto dall’Archivio di Stato di Perugia e da una ditta specializzata di Terni.
Si tratta di 152 grossi volumi, molte cinquecentine, depositate per anni presso un locale semisotterato del Palazzo di Giustizia di Perugia.
Circa otto anni fa avevamo sollecitato il Comune di Perugia ad operare un recupero di questo materiale e un’acquisizione che avrebbe dato lustro alla città, già ricca di importanti fondi antichi presso la sua Biblioteca comunale Augusta. Nulla fu fatto in questo senso ed ora apprendiamo che questo importante fondo bibliotecario è in deposito presso una biblioteca ecclesiastica, quindi privata, dove sicuramente verrà conservato con le migliori attenzioni, anche se al momento ci sono problemi di spazio, che, siamo convinti, verranno risolti al più presto.
Nulla di strano in questo deposito, se non fosse che la Biblioteca comunale Augusta ha perso un’occasione per aumentare il suo prestigio di tutela del patrimonio pubblico cittadino di questo materiale di alto rilievo civico per la ricostruzione dell’amministrazione della Giustizia nel corso del tempo a Perugia., per non parlare del fatto che anche l’Archivio di Stato medesimo avrebbe potuto averli in custodia e a disposizione per gli studiosi che ivi operano (e non solo perché ha elencato i volumi). 
Nel contempo risulta abbastanza incomprensibile la scelta della Corte d’Appello di affidare ad un soggetto privato questo patrimonio pubblico che si sintetizza in un comodato - all'apparenza tutt'altro che breve - di beni pubblici fatto a un privato, anziché ad un'altra amministrazione pubblica.
Di tutto questo sarebbe interessante sapere anche il parere della sovrintendenza regionale dei beni librari.

sabato 25 aprile 2015

Celebrazioni della Resistenza italiana : le repressioni fasciste dei dissidenti . Per non dimenticare .

Radicaliperugia.org ha ricevuto questo interessante intervento di Eleonora Favoroni che volentieri viene pubblicato



Herbert Marcuse nell ”Uomo a una dimensione” scrive : ci troviamo dinnanzi a una confortevole levigata ragionevole democratica non-libertà; una non-libertà che permea ogni classe sociale e ogni aspetto della vita sociale fagocitata dal sistema capitalistico”. Il Capitalismo  borghese trova molte scappatoie ideologiche tra cui il fascismo storico fu una di queste valvole di sfogo.
Si dice che Ogni società  produce o è il prodotto  bilaterale  di una determinata cultura . In ogni regime i diversi gruppi sociali le classi le caste posseggono ognuna le proprie forme di illegalità.  In Italia  sopravvive ai giorni nostri  una cultura politica antidemocratica  di interesse e violentemente  repressiva .
In occasione delle celebrazioni e ricordi dei settanta anni della Liberazione italiana dal fascismo, doveroso ricordare con profonda riflessione e partecipazione civile le migliaia di  vittime  e prigionieri dissidenti  , internati nei Gulag sovietici la cui sconvolgente testimonianza è riportata in “ Storie di uomini giusti nel Gulag “ di Jurij Mal’cev , degli internati nei manicomi di tortura in Grecia ,in  Cina e in  Italia sotto il duce Benito Mussolini.

lunedì 20 aprile 2015

"Alle frontiere della libertà" di Giuseppe Rippa

Da sinistra: Andrea Maori, Giuseppe Moscati, Gabriella Mecucci,
Roberto Segatori, Gianfranco Spadaccia
Si è svolta venerdì scorso a Perugiapresso la Casa delle Culture in via della Sposa 1/e la presentazione del libro di Giuseppe Rippa (con Luigi Oreste Rintallo) Alle frontiere della libertà, Come reagire alla società delle conseguenze,  Rubbettino Editore

Cliccando qui si può accedere alla registrazione curata da Radio Radicale.

L'età che viviamo non può essere letta solo nei termini di una crisi congiunturale, ma assume i tratti di una trasformazione epocale dagli esiti imprevedibili per gli odierni protagonisti della scena mondiale. In tale contesto risalta ancor di più la deformità del sistema di potere italiano, bloccato nelle possibilità di una processo riformatore dall'inestricabile groviglio di interessi costituito dalla «società delle conseguenza» prodottasi con la lunga occupazione partitocratica, oggi ancora viva anche senza i partiti che l'hanno generata. Mentre su scala globale la politica esautorata dalle entità del mondo finanziario lascia sempre più sguarnite le frontiere della libertà, la sola strada percorribile è quella di dar vita a una grane iniziativa internazionale che abbia come suo cardine i diritti della persona. Da qui occorre partire per reagire ai rischi di involuzione autoritaria, nuovo e antico tarlo della democrazia. Se ne dice convinto Giuseppe Rippa, direttore della rivista «Quaderni Radicali», nel corso di questa intervista che vuol essere. al tempo stesso, testimonianza e manifesto politico del suo irriducibile impegno civile.

giovedì 16 aprile 2015

Domani 17 aprile 2015 ore 18,00 a Perugia presentazione del libro di Giuseppe Rippa "Alle frontiere della libertà" con Mecucci, Moscati, Segatori e Spadaccia



 
Nuova Associazione Amici di Quaderni Radicali


Venerdì 17 aprile 2015 ore 18,00
Casa delle Culture,
 Via della Sposa,1/E
Perugia


Presentazione del libro di
Giuseppe Rippa
(con Luigi Oreste Rintallo)


Alle frontiere della libertà
Come reagire alla società delle conseguenze

Rubbettino Editore

intervengono:

Gabriella Mecucci
(giornalista e saggista)
Giuseppe Moscati
(presidente dell'Associazione Nazionale Amici di Aldo Capitini)
Roberto Segatori
(docente di Sociologia dei fenomeni politici - Università degli Studi di Perugia)
Gianfranco Spadaccia
(già segretario e parlamentare del Partito Radicale)

modera:
Andrea Maori
(saggista)

(sarà presente l'autore)

L'età che viviamo non può essere letta solo nei termini di una crisi congiunturale, ma assume i tratti di una trasformazione epocale dagli esiti imprevedibili per gli odierni protagonisti della scena mondiale. In tale contesto risalta ancor di più la deformità del sistema di potere italiano, bloccato nelle possibilità di una processo riformatore dall'inestricabile groviglio di interessi costituito dalla «società delle conseguenza» prodottasi con la lunga occupazione partitocratica, oggi ancora viva anche senza i partiti che l'hanno generata. 
Mentre su scala globale la politica esautorata dalle entità del mondo finanziario lascia sempre più sguarnite le frontiere della libertà, la sola strada percorribile è quella di dar vita a una grane iniziativa internazionale che abbia come suo cardine i diritti della persona. Da qui occorre partire per reagire ai rischi di involuzione autoritaria, nuovo e antico tarlo della democrazia. Se ne dice convinto Giuseppe Rippa, direttore della rivista «Quaderni Radicali», nel corso di questa intervista che vuol essere. al tempo stesso, testimonianza e manifesto politico del suo irriducibile impegno civile.
http://www.store.rubbettinoeditore.it/alle-frontiere-della-liberta.html

lunedì 13 aprile 2015

Chiusura degli ospedali giudiziari e psichiatria di territorio: ancora dubbi e proposte

Radicaliperugia.org ospita volentieri questo intervento di Eleonora Favaroni  sulle incognite della chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari prevista già per il 31 marzo scorso.


A proposito degli OPG  Si è parlato di chiusura definitiva avvenuta due giorni fa. C’è chi pensa ottimisticamente a un cambio culturale, chi parla di “conquista di civiltà “, chi avanza ancora  dubbi riguardo la sicurezza e il timore dei cittadini , tipico di tanta troppa ignoranza  e non conoscenza in materia , che alimenta solo altra ignoranza ed errore più che  da fatti concreti. Si ricordano e denunciano doverosamente le condizioni disumane in cui versano e hanno fin’ora  versato  tali istituzioni dove vengono legittimate spesso  dinamiche violente e di abusi ( ricordiamo il numero ricorrente ed elevato dei suicidi e omicidi presso queste strutture, l’abuso di contenzioni meccaniche e chimiche pesanti e devastanti, l’assenza totale di tutela e di diritti. In tal caso da applaudire il documentario di Francesco Cordio “ Lo stato della follia”) dinamiche che si perpetuano anche in molte altre  realtà istituzionali come il carcere e i reparti psichiatrici. Sopravvive ancora da secoli (il ricovero coatto in manicomio è stato istituito nel 1904 e poi , i manicomi giudiziari sono passati al Sistema penale nel 1976) forte il concetto e preconcetto del “folle” pazzo, pericoloso ; concetti strettamente legati  a pratiche  altrettanto desuete e in vigore  come il contenimento e la segregazione coatta.  
Non credo proprio alla luce della realtà odierna  che si possa parlare di salto di civiltà , cambiamento , alternative , né basta sapere che i “ricoveri” in OPG sono diminuiti.

martedì 7 aprile 2015

Venerdì 17 aprile 2015 ore 18,00 a Perugia presentazione del libro di Giuseppe Rippa "Alle frontiere della libertà" con Mecucci, Moscati, Segatori e Spadaccia



 
Nuova Associazione Amici di Quaderni Radicali


Venerdì 17 aprile 2015 ore 18,00
Casa delle Culture,
 Via della Sposa,1/E
Perugia


Presentazione del libro di
Giuseppe Rippa
(con Luigi Oreste Rintallo)


Alle frontiere della libertà
Come reagire alla società delle conseguenze

Rubbettino Editore

intervengono:

Gabriella Mecucci
(giornalista e saggista)
Giuseppe Moscati
(presidente dell'Associazione Nazionale Amici di Aldo Capitini)
Roberto Segatori
(docente di Sociologia dei fenomeni politici - Università degli Studi di Perugia)
Gianfranco Spadaccia
(già segretario e parlamentare del Partito Radicale)

modera:
Andrea Maori
(saggista)

(sarà presente l'autore)

L'età che viviamo non può essere letta solo nei termini di una crisi congiunturale, ma assume i tratti di una trasformazione epocale dagli esiti imprevedibili per gli odierni protagonisti della scena mondiale. In tale contesto risalta ancor di più la deformità del sistema di potere italiano, bloccato nelle possibilità di una processo riformatore dall'inestricabile groviglio di interessi costituito dalla «società delle conseguenza» prodottasi con la lunga occupazione partitocratica, oggi ancora viva anche senza i partiti che l'hanno generata. 
Mentre su scala globale la politica esautorata dalle entità del mondo finanziario lascia sempre più sguarnite le frontiere della libertà, la sola strada percorribile è quella di dar vita a una grane iniziativa internazionale che abbia come suo cardine i diritti della persona. Da qui occorre partire per reagire ai rischi di involuzione autoritaria, nuovo e antico tarlo della democrazia. Se ne dice convinto Giuseppe Rippa, direttore della rivista «Quaderni Radicali», nel corso di questa intervista che vuol essere. al tempo stesso, testimonianza e manifesto politico del suo irriducibile impegno civile.
http://www.store.rubbettinoeditore.it/alle-frontiere-della-liberta.html


giovedì 2 aprile 2015

Per una scuola pubblica laica senza simboli religiosi nelle aule. No alla scuola parrocchia

Radicaliperugia.org ospita volentieri questo comunicato stampa dei Cobas Scuola sulla vicenda del prof. Franco Coppoli sospeso per un mese dal servizio e dallo stipendio, per la sua battaglia per la laicità della scuola pubblica
 

Anche se è arrivato il 1 aprile, non si è trattato del classico pesce, ma di un pesante provvedimento di stampo inquisitoriale: il dirigente dell’Ufficio Scolastico regionale dell’Umbria, Domenico Peruzzo ha sospeso per un mese, dall’ 8 aprile al 7 maggio, dall’insegnamento e dallo stipendio il prof. Franco Coppoli per aver tolto i crocefissi dalle aule dell’istituto per geometri Sangallo di Terni in cui insegna, dimostrando che nel nostro paese, nel 2015, è ancora vietato rivendicare la separazione tra stato e chiesa e chiedere spazi educativi inclusivi senza simboli religiosi e che continua la crociata integralista, discriminatoria e diseducativa, di quelli che pretendono di imporre la connotazione religiosa delle aule scolastiche della scuola pubblica, nonostante non esista alcuna legge o regolamento che impongano la presenza del crocefisso nelle aule delle scuole superiori.
Nel provvedimento si riconoscono varie irregolarità commesse dal dirigente scolastico nel far tassellare a oltre tre metri i simboli religiosi “preso atto che nella memoria difensiva sono presenti riferimenti ad atti … che verranno trattati con distinte procedure”, ma la motivazione per un provvedimento disciplinare così grave è superficiale e generica: togliere un crocefisso, che non dovrebbe trovarsi nelle aule, costituisce per l’USR “una violazione dei doveri connessi alla posizione lavorativa cui deve essere improntata l’azione e la condotta di un docente”. Fine delle motivazioni. Perché? Ma ai sensi di quale legge? Quale violazione sarebbe stata effettuata? Di quali doveri si parla? I pubblici dipendenti non sono servi che obbediscono ai presidi-padroni, ma alle leggi e non esiste alcuna norma che imponga la presenza del crocefisso nelle aule. Tra l’altro a dicembre a Trieste, il prof. Davide Zotti, per lo stesso comportamento, è stato sanzionato con una semplice censura dall’USR del Friuli, con motivazioni molto più articolate e dettagliate. Forse l’USR pensa che l’Umbria sia ancora sotto lo stato pontificio!
E’ stato il fascismo a collocare nelle scuole e nei tribunali  i crocefissi, ma pensavamo che il clericofascismo fosse relegato al passato, mentre il comportamento dell’USR dell’Umbria conferma un grave atteggiamento intimidatorio ed discriminatorio, nonostante la Corte di cassazione abbia ritenuto la presenza dei crocifissi nelle scuole, da un lato, incompatibile con il principio di laicità dello Stato (Cassazione penale, sentenza Montagnana) e, dall'altro, lesiva dei diritti di coscienza del pubblico impiegato, al punto da ritenere giustificata l'autodifesa del lavoratore (Cassazione civile, sezioni unite, sentenza Tosti).
 

mercoledì 1 aprile 2015

Bene l’operazione verità degli assessori Bertinelli e Calabrese sui conti del Comune. Ora si vada fino in fondo e si individuino le responsabilità



L’operazione verità avviata dagli assessori Bertinelli e Calabrese squarcia finalmente il velo di ipocrisia sulla situazione dei conti pubblici del Comune di Perugia.
Viene da chiedersi come sia possibile che suonino i campanelli di allarme per una tale situazione critica all’indomani di una campagna elettorale dove l’amministrazione uscente rivendicava la bontà del proprio operato e una tenuta assoluta dei conti e dove l’ex opposizione, oggi chiamata a governare, evidentemente ignara o distratta, prometteva fantomatiche riduzioni di tasse.

Dopo la vicenda del “buco di bilancio” del 2006-2007, sanato peraltro con operazioni di dubbia efficacia (qualcuno si ricorda della cessione in usufrutto dei cassonetti alla Gesenu?) e per le quali dovremo continuare a pagarne le conseguenze per i prossimi decenni (questione Sipa su tutte), era compito primario di chi ha amministrato la città una rigorosa tenuta dei conti. Ci ritroviamo invece ora con tasse e tariffe ai massimi livelli, anticipazioni di cassa enormi e il concreto pericolo di default, a fronte di servizi che nel corso di questi anni non sono certo migliorati di pari passo con l’aumento della tassazione.


Ora la nuova Giunta, se vuole veramente distinguersi da chi l’ha preceduta, è chiamata a continuare senza indugi a fare chiarezza sui conti, ad individuare le responsabilità di chi ci ha portato in questa situazione e ad indicare alla cittadinanza come intende procedere per evitare il dissesto finanziario possibilmente con un piano organico a medio-lungo termine anziché con provvedimenti spot che servono solo a tamponare l’emergenza e che sarebbero difficilmente compresi dalla popolazione.


Michele Guaitini
segretario radicaliperugia.org