Tommaso Ciacca a Rai Tre Umbria |
Tommaso Ciacca, membro
della direzione dell’Associazione per la libertà di ricerca scientifica Luca
Coscioni, iscritto a radicaliperugia, con questo apporto vuole contribuire all’arricchimento
della discussione sullo stato della galassia radicale.
L’intervento non pronunciato di Enzo Gravina al congresso straordinario del PRT e qui pubblicato mi spinge a scrivere. Ho condiviso con Enzo parte della nostra storia radicale, lo conosco e mi riconosco nelle sue parole, nelle inquietudini che evocano in questo tempo così difficile per le battaglie di libertà e democrazia che vogliamo portare avanti.
E’ venuto a mancare quel nutrimento quotidiano che Marco Pannella ci offriva e sul quale nascevano idee e le speranze si facevano corpo. Anche l’ultima delle lotte su cui si è incentrato il congresso di Rebibbia, quella sull’amnistia e sul Diritto Umano alla Conoscenza, è estremamente coerente con l’urgenza di opporre resistenza alla mancanza di Stato di Diritto e alla crisi profonda delle Democrazie. Marco comunque non ci ha lasciati ma vive nella compresenza di cui spesso ci parlava sulla base del lascito di apertura capitiniano e che ci anima nelle riflessioni e nei silenzi, nei dibattiti e negli scontri.
Il tradimento delle grandi istituzioni democratiche anglosassoni in occasione della guerra che ha rafforzato il fondamentalismo islamico e il sistema criminogeno della giustizia italiana così pestilenzialmente esportabile ovunque sono lì alla RADICE (la radicalità della analisi e dell’azione dovrebbe ispirare il nostro movimento) delle sofferenze di milioni di persone minando alle fondamenta “Spes contra Spem”. Se ti viene a mancare il “pane” non si può però litigare per le briciole da consumare ma c’è bisogno di seminare grano e di produrre nuovo lievito che faccia crescere possibilità concrete di azione. Ciò al al momento non sta avvenendo e anzi siamo difronte ad una totale divisione di cui non si riesce a comprendere la ragione politica se non in termini di paura, personalismo e un principio di disperazione.
Il PRT e la galassia, nonostante le contraddizioni presenti, avevano il merito di aver scoperto in politica una visione olistica innovativa per cui in ogni luogo associativo dell’area trovavi gli stessi elementi fondanti (antiproibizionismo, Stato di Diritto, nonviolenza, strumenti di partecipazione, transnazionalità delle lotte per i Diritti ecc…) che permettevano a chiunque si avvicinasse di scoprire tante diverse iniziative con radici comuni.
Nella differenza ci si arricchiva e il solco era lo stesso. Sono iscritto alla nostra associazione radicale perugina ma non riesco, per motivi contingenti di lavoro, a partecipare alle riunioni e alle molteplici e interessanti iniziative; è possibile pensare che dal basso, dalle diverse realtà territoriali si provi a riprendere il bandolo di questa matassa che appare così intricata e logora?
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