martedì 5 luglio 2016

Psichiatria: serve un Garante dei diritti umani

Eleonora Favaroni
Radicaliperugia.org pubblica volentieri questo nuovo contributo di Eleonora Favaroni che ci ha inviato per conoscenza. Si tratta di una lettera aperta inviata ad Attilio Solinas, presidente della Terza commissione consiliare della Regione Umbria.
Buona lettura


All’attenzione del dottor Attilio Solinas presidente della Terza commissione sanitaria consiliare  regione Umbria

«Scrivo da Perugia Sono un’insegnante  impegnata nel sociale e nel volontariato , ma soprattutto una persona che non riesce a voltare la testa dall’altra parte e fare finta di niente come invece la stragrande maggioranza dell’opinione pubblica e della società corrente. Vorrei segnalare qui alcuni aspetti del settore della psichiatria territoriale e riportare l’attenzione e un riguardo a tante situazioni incresciose e irritanti che continuano a manifestarsi. L’ennesimo caso di abuso e incuria  anche questi giorni su tutti i giornali  in una comunità psichiatrica ad Assisi.

Innanzitutto ci sono molte strutture e comunità per non parlare dei reparti pschiatrici ospedalieri che nonostante la tanto decantata  riforma Basaglia, lo stesso Basaglia aveva forti dubbi sul processo di deistituzionalizzazione , si rivelano ancora come istituzioni chiuse fortemente e repressive, segno di un passato manicomiale ancora presente e vivo; una volta entrate in questa rete le persone non hanno diritti alcuni  e qui si verificano abusi e ingiustizie disumane e incredibili: privazione della libertà personale, di ogni libertà decisionale , di tutele ,  coercizione e violenza per quanto riguarda trattamenti medici e psicologici, discriminazioni, pregiudizi e giudizi veri e propri. Le persone vengono etichettate , spogliate, represse , e derise , inascoltate trattate come bambini o dementi .
Nella maggior parte  delle strutture abitative comunitarie e nei servizi territoriali ambulatoriali  mancano o sono carenti di veri programmi e iniziative  riabilitativi, ricreativi, attività  diurne , progetti volti alla autonomia e inserimento sociale e lavorativo del soggetto nella società con la conseguenza arcinota e sotto gli occhi di tutta la comunità di una cronicizzazione del disagio e abbandono a se stessi di questi individui che rimangono soli e inascoltati.  Aspetti questi molto gravi e ricorrenti. Dentro gli SPDC continuano a verificarsi pratiche violente e abusi psicologici e fisici di ogni genere: contenzioni meccaniche e farmacologiche spesso inappropriate e non necessarie, condotte da parte del personale sanitario irriverenti e irrispettose , indifferenza , incuria. Perché non si  controllano questi luoghi? Perché  si continua a chiudere gli occhi davanti alla realtà dei fatti? Di quanti altri morti o abusi in psichiatria e la lista è lunga , abbiamo bisogno per svegliarci da questo torpore e cominciare a voler aiutare e salvare le persone?
Ancora oggi alle soglie del Duemila si continua una linea obsoleta e violenta , si continua a operare sulle basi di un sistema vacillante e fallato come quello della vecchia psichiatria manicomiale , statica, dannosa, pericolosa  autoreferenziale,  dove  non esistono vere tutele e legislazioni a favore dei diritti delle persone soggette ai servizi psichiatrici . Non sono mai esistiti. L’indifferenza è un  crimime che uccide parimente.
Il cosiddetto LIBRO VERDE o la Conferenza di Helsinkj del 2005 per non parlare del Manuale diagnostico dei disturbi mentali, sono i manifesti del razzismo pregiudiziale e gli strumenti repressivi e inefficaci di cui fa uso e abuso la vecchia psichiatria ortodossa per cercare di contenere e spiegare la cosiddetta “malattia mentale” o presunte patologie psichiche mediante categorizzazioni e statistiche basate su nessuna reale  evidenza scientifica concreta .
Con tutto ciò che ne consegue : abuso di psicofarmaci ( in Umbria questi ultimi anni si è registrato un aumento notevole delle prescrizioni farmacologiche)abuso di diagnosi spesso sbagliate , invalidazioni, interdizioni, esclusione socio-lavorativa. Uno sterminio indecente.
I servizi territoriali si rivelano incapaci di fornire una risposta adeguata alla crescente richiesta di aiuto e sostegno: risorse forse carenti o mal utilizzate e investite, linee guida e standard clinici obsoleti e inadeguati per la situazione attuale. Ad oggi  come unici mezzi di trattamento o prevalenti risultano : TSO e ricoveri, somministrazione massiccia di psicofarmaci , invalidazione.
Oltre L’50%  delle risorse del fondo sanitario regionale viene impiegato nei ricoveri presso le residenze e comunità protette che nella maggior parte dei casi si rivelano luoghi di stazionamento prolungato e disfunzionale.
Non esiste legge al mondo che possa arrogarsi il diritto di spogliare le persone della propria identità e personalità civile e giuridica. Non esiste motivazione giustificabile che spieghi e autorizzi istituzioni e autorità a limitare la libertà e la dignità altrui.
Togliere a una persona il diritto alla libertà ( fisica, psichica, di opinione , movimento decisionalità…) è un crimine. Limitare o deprivare  una persona della propria autonomia e capacità di scelta è un crimine.
Perché il punto è proprio questo : parliamo solo e sempre di PERSONA, non di cosa o diagnosi o caso clinico. PERSONA.
Nel PROGETTO DI LEGGE PER LA TUTELA SALUTE MENTALE approvato dalla Camera dei dep. Il 15 dicembre 2009,  si legge che “Le regioni sono responsabili dell’organizzazione e strategie di intervento dei DSM , stabiliscono i finanziamenti, accreditamenti, istituiscono tribunali per i diritti dei malati…..” si parla anche  di commissioni di controllo , indici di qualità dei servizi, obiettivi da raggiungere…. Punti che si rivelano mai toccati o inesistenti.

Si continua a parlare e fondarsi su leggi vecchie e  sterili nonché pericolose e profondamente lesive riguardo tutta la sfera degli aspetti comprendenti l’individuo e la persona.
Occorre assolutamente affrontare il problema alla radice , rivedere le linee-guida regionali , gli standard procedurali e mettere in atto politiche sociali e sanitarie veramente efficaci e sane  istituire commissioni di controllo e di inchiesta sull’operato e le attività del sistema psichiatrico vigilare su reparti ospedalieri  e comunità , istituire una figura capace di raccogliere le esigenze e le problematiche delle persone  nonché abusi : un vero garante dei diritti e richieste dei soggetti cosiddetti” psichiatrici”.

Occorre svecchiare la situazione statica perugina , occorre rivedere e mettere in discussione una volta per tutte   la questione e le problematiche degli spazi  psichiatrici del territorio e strutturare interventi più responsabili incisivi e delineati in rispetto soprattutto alla dignità e libertà dell’individuo.
A che cosa servono i vasti consensi suscitati dalla denuncia della violenza manicomiale e la promulgazione della nuova legge sull’assistenza psichiatrica  se le mura dei manicomi mantengono ancora modernizzate il loro dominio di sfruttamento?»

Gradirei molto una sua risposta e parere.
Distinti saluti


Eleonora favaroni




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