Eleonora Favaroni |
Radicaliperugia.org pubblica volentieri questo nuovo contributo di Eleonora Favaroni che ci ha inviato per conoscenza. Si tratta di una lettera aperta inviata ad Attilio Solinas, presidente della Terza commissione consiliare della Regione Umbria.
Buona lettura
All’attenzione del dottor Attilio Solinas presidente della
Terza commissione sanitaria consiliare
regione Umbria
«Scrivo
da Perugia Sono un’insegnante impegnata
nel sociale e nel volontariato , ma soprattutto una persona che non riesce a
voltare la testa dall’altra parte e fare finta di niente come invece la
stragrande maggioranza dell’opinione pubblica e della società corrente. Vorrei
segnalare qui alcuni aspetti del settore della psichiatria territoriale e
riportare l’attenzione e un riguardo a tante situazioni incresciose e irritanti
che continuano a manifestarsi. L’ennesimo caso di abuso e incuria anche questi giorni su tutti i giornali in una comunità psichiatrica ad Assisi.
Innanzitutto
ci sono molte strutture e comunità per non parlare dei reparti pschiatrici
ospedalieri che nonostante la tanto decantata
riforma Basaglia, lo stesso Basaglia aveva forti dubbi sul processo di
deistituzionalizzazione , si rivelano ancora come istituzioni chiuse fortemente
e repressive, segno di un passato manicomiale ancora presente e vivo; una volta
entrate in questa rete le persone non hanno diritti alcuni e qui si verificano abusi e ingiustizie
disumane e incredibili: privazione della libertà personale, di ogni libertà
decisionale , di tutele , coercizione e
violenza per quanto riguarda trattamenti medici e psicologici, discriminazioni,
pregiudizi e giudizi veri e propri. Le persone vengono etichettate , spogliate,
represse , e derise , inascoltate trattate come bambini o dementi .
Nella
maggior parte delle strutture abitative
comunitarie e nei servizi territoriali ambulatoriali mancano o sono carenti di veri programmi e
iniziative riabilitativi, ricreativi,
attività diurne , progetti volti alla
autonomia e inserimento sociale e lavorativo del soggetto nella società con la
conseguenza arcinota e sotto gli occhi di tutta la comunità di una
cronicizzazione del disagio e abbandono a se stessi di questi individui che
rimangono soli e inascoltati. Aspetti questi
molto gravi e ricorrenti. Dentro gli SPDC continuano a verificarsi pratiche
violente e abusi psicologici e fisici di ogni genere: contenzioni meccaniche e
farmacologiche spesso inappropriate e non necessarie, condotte da parte del
personale sanitario irriverenti e irrispettose , indifferenza , incuria. Perché non si controllano questi luoghi? Perché si continua a chiudere gli occhi davanti alla
realtà dei fatti? Di quanti altri morti o abusi in psichiatria e la lista è
lunga , abbiamo bisogno per svegliarci da questo torpore e cominciare a voler
aiutare e salvare le persone?
Ancora oggi alle soglie del
Duemila si continua una linea obsoleta e violenta , si continua a operare sulle
basi di un sistema vacillante e fallato come quello della vecchia psichiatria
manicomiale , statica, dannosa, pericolosa
autoreferenziale, dove non esistono vere tutele e legislazioni a
favore dei diritti delle persone soggette ai servizi psichiatrici . Non sono
mai esistiti. L’indifferenza è un
crimime che uccide parimente.
Il
cosiddetto LIBRO VERDE o la Conferenza di Helsinkj del 2005 per non parlare del
Manuale diagnostico dei disturbi mentali, sono i manifesti del razzismo
pregiudiziale e gli strumenti repressivi e inefficaci di cui fa uso e abuso la
vecchia psichiatria ortodossa per cercare di contenere e spiegare la cosiddetta
“malattia mentale” o presunte patologie psichiche mediante categorizzazioni e
statistiche basate su nessuna reale
evidenza scientifica concreta .
Con
tutto ciò che ne consegue : abuso di
psicofarmaci ( in Umbria questi ultimi anni si è registrato un aumento notevole
delle prescrizioni farmacologiche)abuso di diagnosi spesso sbagliate ,
invalidazioni, interdizioni, esclusione socio-lavorativa. Uno sterminio
indecente.
I servizi territoriali si
rivelano incapaci di fornire una risposta adeguata alla crescente richiesta di
aiuto e sostegno: risorse forse carenti o mal utilizzate e investite, linee
guida e standard clinici obsoleti e inadeguati per la situazione attuale. Ad
oggi come unici mezzi di trattamento o
prevalenti risultano : TSO e ricoveri, somministrazione massiccia di psicofarmaci ,
invalidazione.
Oltre
L’50% delle risorse del fondo sanitario
regionale viene impiegato nei ricoveri presso le residenze e comunità protette
che nella maggior parte dei casi si rivelano luoghi di stazionamento prolungato
e disfunzionale.
Non
esiste legge al mondo che possa arrogarsi il diritto di spogliare le persone
della propria identità e personalità civile e giuridica. Non esiste motivazione
giustificabile che spieghi e autorizzi istituzioni e autorità a limitare la
libertà e la dignità altrui.
Togliere
a una persona il diritto alla libertà ( fisica, psichica, di opinione ,
movimento decisionalità…) è un crimine. Limitare o deprivare una persona della propria autonomia e
capacità di scelta è un crimine.
Perché
il punto è proprio questo : parliamo solo e sempre di PERSONA, non di cosa o
diagnosi o caso clinico. PERSONA.
Nel
PROGETTO DI LEGGE PER LA TUTELA SALUTE MENTALE approvato dalla Camera dei dep.
Il 15 dicembre 2009, si legge che “Le
regioni sono responsabili dell’organizzazione e strategie di intervento dei DSM
, stabiliscono i finanziamenti, accreditamenti, istituiscono tribunali per i
diritti dei malati…..” si parla anche di commissioni di controllo , indici di
qualità dei servizi, obiettivi da raggiungere…. Punti che si rivelano mai
toccati o inesistenti.
Si
continua a parlare e fondarsi su leggi vecchie e sterili nonché pericolose e profondamente
lesive riguardo tutta la sfera degli aspetti comprendenti l’individuo e la
persona.
Occorre
assolutamente affrontare il problema alla radice , rivedere le linee-guida
regionali , gli standard procedurali e mettere in atto politiche sociali e
sanitarie veramente efficaci e sane
istituire commissioni di controllo e di inchiesta sull’operato e
le attività del sistema psichiatrico vigilare su reparti ospedalieri e comunità , istituire una figura capace di
raccogliere le esigenze e le problematiche delle persone nonché abusi : un vero garante dei diritti e richieste dei soggetti cosiddetti”
psichiatrici”.
Occorre svecchiare la
situazione statica perugina , occorre rivedere e mettere in discussione una
volta per tutte la questione e le
problematiche degli spazi psichiatrici
del territorio e strutturare interventi più responsabili incisivi e delineati
in rispetto soprattutto alla dignità e libertà dell’individuo.
A che cosa servono i vasti
consensi suscitati dalla denuncia della violenza manicomiale e la promulgazione
della nuova legge sull’assistenza psichiatrica
se le mura dei manicomi mantengono ancora modernizzate il loro dominio
di sfruttamento? »
Gradirei molto una sua risposta e parere.
Distinti
saluti
Eleonora favaroni
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