Innanzittut
to
voglio ringraziare i consiglieri regionali presenti – in particolare il
consigliere Dottorini con il quale condividiamo un percorso di iniziativa
politica istituzionale ─ e Luigino Ciotti che, allora come esponente di
Sinistra Critica, ci siamo trovati accanto nel 2010-2011 a condurre una
battaglia politica contro la legge regionale elettorale.
Andrea Maori, segretario di radicaliperugia |
Per
quanto riguarda la legge elettorale, siamo stati protagonisti di una serie di
ricorsi contro la legge regionale n. 2 del 4 gennaio 2010, , “Norme per
l’elezione del Consiglio regionale e del Presidente della Giunta regionale” che
modificava la legge precedente in materia di elezioni regionali. La legge era
fortemente discriminatoria nei confronti dei gruppi esterni al consiglio. Infatti ha ridotto il periodo di raccolta
firme dai 6 mesi previsti dall’articolo 14 c.3 della legge 21 marzo 1990 n.53 a
poco più di un mese, cioè dal 21 gennaio – data di entrata in vigore della
legge e primo termine utile per iniziare la raccolta firme - al 26 febbraio –
termine ultimo per la presentazione delle liste con il deposito delle firme
raccolte corredate dei certificati elettorali; ha esonerato dalla raccolta
firme solo alcuni soggetti politici, ovvero tutti quelli che siano espressione
di partiti o movimenti costituiti in gruppi consiliari alla data di
convocazione dei comizi elettorali o in gruppi parlamentari anche in una sola
Camera o che dichiarino il proprio collegamento con partiti o gruppi costituiti
in gruppi parlamentari. In tal modo la
legge regionale ha violato il principio di eguaglianza (art. 3 Cost.),
discriminando alcuni gruppi politici e favorendone altri e l’art. 49 che
garantisce che i cittadini possano partecipare democraticamente alla vita
politica della Nazione e la normativa internazionale che prevede una stabilità
di diritto. Infatti è pacificamente riconosciuto dalla dottrina internazionale
il principio per cui le modifiche delle leggi elettorali a meno di un anno
dalle competizioni elettorali che saranno chiamate a regolare, costituiscono
una violazione del diritto a libere elezioni.
La nuova legge, riducendo i tempi
di raccolta firme mentre ne aumentava il numero necessario, ha reso
praticamente impossibile ad alcuni gruppi politici presentarsi alle elezioni,
date le difficoltà di fatto e di diritto che si oppongono alla raccolta di così
tante firme in un così breve lasso di tempo.
Tali
difficoltà sono tanto più rilevanti per forze esterne al sistema dei partiti
già presenti nelle istituzioni regionali e degli enti locali, che non possono
contare su autenticatori del proprio gruppo.
Ci fu quindi una irragionevole
previsione normativa che chiedeva –esclusivamente ai gruppi politici esterni al
consiglio – per la raccolta firme del 2010, costretta in un mese, il medesimo
numero di firme richiesto normalmente in sei mesi
Inoltre la legge regionale non
previde alcuna disciplina transitoria, benché la sua approvazione abbia avuto
luogo a strettissimo ridosso delle elezioni.
Quindi
per le due circoscrizioni ─ Perugia e Terni ─ furono previste 1200 firme
autenticate per Terni (aumentate di 200) e 2000 per Perugia (aumentate da
1750).
Contro questa normativa, dopo aver
depositato – come Lista Bonino-Pannella ─ circa la metà delle firme necessarie, ci siamo ritrovati insieme a Sinistra Critica a
condurre una battaglia comune con ricorsi presentati sia di fronte alle
Commissioni elettorali sia di fronte al Tar dell’Umbria. In più noi abbiamo
anche presentato una petizione al Parlamento Europeo più per futura memoria per
fare in modo che del Caso Umbria se ne abbia traccia a Bruxelles che peraltro.
In ogni caso la petizione fu discussa dalla competente commissione parlamentare
e poi dichiarata non ammissibile per difetto di competenza.
Il
ricorso al Tar presentato il 5 marzo
2010 dall’Avv. Francesco Mangone ebbe come esito il fatto che il presidente del
Tar in occasione della udienza fece presente all'avvocato che in caso di
sconfitta era possibile condanna alle spese verso la regione (che di solito non
passa all'incasso) ma anche nei confronti dei consiglieri che si sarebbero
costituiti. Considerando che in questi anni è cambiata la normativa sul
processo amministrativo che rende meno facile la compensazione delle
spese che di solito era la prassi rinunciammo ad andare avanti.
A margine della vicenda, all’epoca
denunciammo il ritardo dei comuni umbri in ordine all’ attivazione del servizio
di posta elettronica certificata (PEC)
che rese più onerosa e lenta l’attività di distribuzione dei moduli per
ottenere la sottoscrizione dei cittadini; il mancato rispetto, da parte del
servizio pubblico radiotelevisivo - dei previsti obblighi di informazione ai
cittadini in ordine alla possibilità di sottoscrivere.
Quello che noi chiediamo è che nella nuova legge elettorale, da approvarsi
in tempi molto ristretti, vengano previste tutta una serie di salvaguardia per
la presentazione delle liste che è
normalmente previsto almeno 6 mesi prima dell’indizione dei comizi elettorali:
1) almeno il dimezzamento delle firme
previsto considerando la novità della nuova legge; 2) raccolta firme anche
attraverso supporto elettronico; 3) Albo degli autenticatori; 4) Massima informazione sul processo
elettorale.
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