E’ stato inviato il 29 Dicembre 2010 alla Commissione Europea un nuovo Ricorso contro il progetto Snam del Gasdotto Appenninico Brindisi Minerbio, sottoscritto dal Comune dell’Aquila (Delibera 455 del 15/12/2010) e dal Comune di Città di Castello (Delibera 192 del 28/12/2010) insieme al Gruppo d’Intervento Giuridico. Spezzettato il progetto in cinque tronconi, pur essendo un unico progetto funzionale, non è stato sottoposto a un unico procedimento di valutazione di impatto ambientale – V.I.A., né alla procedura di valutazione ambientale strategica – V.A.S. come invece previsto dalle Normative comunitarie. Questa ragione, assieme al rischio di distruzione ambientale dovuta alla “grande valenza naturalistico-ambientale del territorio attraversato dal Metanodotto”, ai pericoli legati all’attraversamento di territori a vincolo idrogeologico e soprattutto al fatto che, come si evince da Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani 2004 (CPTI04) redatto dal Gruppo di lavoro CPTI 2004 dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) e dal DataBase Macrosismico Italiano 2008 (DBMI08, INGV), “il gasdotto e la centrale di compressione di Sulmona si verrebbero a trovare in un territorio ad elevata pericolosità sismica, sia dal punto di vista della frequenza di eventi che dei valori di magnitudo” ha spinto le suddette amministrazioni a sottoscrivere il Ricorso.
Assieme alle amministrazioni sono oltre un Migliaio, i cittadini di varie parti d’Italia (soprattutto Abruzzo,Umbria e Marche) che per le stesse ragioni, preoccupati da progetti distruttivi per i loro territori, presentati senza il pubblico coinvolgimento, hanno inoltrato analoghi ricorsi in sede comunitaria. Associazioni, Comitati, Enti locali, Associazioni Ambientaliste e non si sono già rivolti (25 giugno 2010) alla Commissione europea denunciando la palese violazione delle normative comunitarie in materia, interrogazioni parlamentari sono state presentate al
Parlamento europeo, al Senato e alla Camera da parte del Partito Democratico,
dell’Italia dei Valori e dei Radicali.
La Commissione europea ha già aperto una procedura di accertamenti.
Distinti saluti
per il Gruppo d'Intervento Giuridico onlus dott. Stefano Deliperi
per il Comitato No Tubo Matteo Ottaviani
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