Democrazia e diritti, due parole importanti che sembrano essere indigeste ai candidati presidenti in questa campagna elettorale per il rinnovo dell’Assemblea legislativa dell’Umbria.
Nelle poche
occasioni in cui, anche se di straforo in dichiarazioni pubbliche, le candidate
presidenti più in vista Stefania Proietti e Donatella Tesei affrontano tali
temi, non fanno altro che riaffermare concetti superati e inconciliabili con
una visione moderna e laica della regione.
Eppure la
regione ha competenze importanti su questi temi. Lo stesso Statuto regionale
all’articolo 1 riconosce la laicità delle istituzioni, insieme alla piena
attuazione dei principi della Costituzione e della Dichiarazione Universale dei
diritti dell'uomo. Le dichiarazioni delle candidate presidenti lasciano di
stucco, tutte protese ad ingraziarsi le simpatie di esponenti di Oltretevere –
peraltro non sempre richieste - anche in vista del Giubileo 2025 che
interesserà la nostra regione.
Così se a pochi
giorni dall’apertura ufficiale della campagna elettorale l’attuale maggioranza
di destra si è affrettata ad approvare una legge sulla famiglia che riafferma
la narrazione di "Dio Patria Famiglia", coerente con i suoi principi
tradizionalisti, nel cosiddetto campo largo di “sinistra” nessuna dichiarazione
è stata fatta dalla candidata per una riforma sostanziale di questa legge, né
per la riaffermazione e la tutela di forme di convivenza “altre”, peraltro
previste dal già citato Statuto all’articolo 9, oppure di famiglie composte da
una sola persona.
Lo stesso si può
dire per il tema dell’interruzione volontaria di gravidanza e per tutte le
forme di autodeterminazione nelle scelte delle donne rispetto alle quali, da
anni, con altre associazioni e movimenti denunciamo l’ostracismo delle
amministrazioni sanitarie operative nella regione.
Troviamo
completamente insensibili le dichiarazioni della candidata Proietti rilasciate
ad un noto giornale nazionale – mai smentite - sul fine vita, tema su cui le
regioni hanno competenze importanti. In questo modo in un attimo si è fatta
tabula rasa di un dibattito nazionale, difficile ma intenso, su cui la Corte
Costituzionale si è più volte espressa con importanti aperture.
Come attivisti
di un movimento politico laico, liberale e libertario prendiamo atto di questa
nostra lontananza dalle dichiarazioni delle candidate presidenti, e dai silenzi
degli altri candidati, così come prendiamo atto di essere chiamati al voto
ancora una volta con le regole di una legge regionale truffa, approvata dal
centrosinistra e comodamente adottata dal centrodestra. Una legge che non
prevede voto disgiunto, un premio di maggioranza abnorme che altera il
principio di proporzionalità sui risultati delle liste e non tutela gli
elettori, soprattutto dei centri minori, nel loro diritto di rappresentanza.
Tutto ciò
premesso, se in un’ottica di riflessione ancora aperta su questi temi si
volesse provare a confrontarsi con noi nel merito delle questioni, come sempre
il nostro atteggiamento costruttivo non rimarrebbe inerte.
Radicali Perugia