A destra Elisabetta Chiacchella ad un tavolo radicale |
Qui di seguito pubblichiamo l'intervento di Elisabetta Chiacchella all''audizione di oggi per l“Istituzione del Registro regionale delle Dichiarazioni Anticipate di Trattamento (DAT) sanitario” organizzata dalla III commissione dell'Assemblea regionale legislativa dell'Umbria.
Grazie
ad Attilio Solinas e a Silvano Rometti per essere gli estensori di questa proposta
di legge che anche nella regione Umbria introduce le dichiarazioni di volontà
anticipate per i trattamenti sanitari che il Comune di Perugia aveva già previsto.
Sono
Elisabetta Chiacchella e insieme ad Andrea Maori inaugurammo con i nostri DAT
il registro comunale, presso il Comune di Perugia, il 2 maggio 2011: fummo i
primi iscritti ed eravamo contenti di agire in modo da portare avanti un
cambiamento culturale a disposizione di tutti nel nostro territorio e
consistente nella speranza di non incorrere più in sofferenze fisiche e morali
assurde come quelle patite da Eluana Englaro e dalla sua famiglia in questo
Paese.
Come
cittadina, e come iscritta all’associazione Luca Coscioni -immagino tutti
ricorderanno il nome di questo radicale orvietano malato di SLA che si è
battuto in tutti i modi per la libertà di ricerca scientifica e per il rispetto
delle volontà individuali in materia di cura. E immagino ricorderete anche il
nome di Piero Welby, che di questa associazione faceva parte, e al cui funerale
toccante, rifiutato dalla chiesa, io ho partecipato, come partecipai ad Orvieto
al funerale di Luca- come cittadina, dicevo, mi sono unita ai compagni radicali
nella raccolta di sottoscrizioni per la proposta di legge per l’eutanasia e il
pieno riconoscimento del testamento biologico, consistente appunto nelle
dichiarazioni del DAT. La raccolta è arrivata a circa 100.000 firme ed è
stata depositata in Parlamento nel
settembre del 2013, senza essere stata ancora calendarizzata. Perciò, il passo
che sta facendo la regione Umbria oggi è nello stesso tempo una misura sensata
e una assunzione di responsabilità culturale da parte dei consiglieri Rometti e
Solinas, che speriamo apra la strada anche a livello nazionale al pieno
riconoscimento del testamento biologico, e aggiungo io alla legalizzazione
dell’eutanasia, per far uscire dal sommerso il fenomeno del fine vita, che come
tutti sanno è pratica clandestina quotidiana negli ospedali del nostro Paese.
In modo che ogni persona possa essere libera di scegliere dall’inizio alla fine
in che modo vivere e morire, esercitando un diritto di cittadinanza.
Aggiungo
solo un altro particolare: oltre ad aver depositato presso il Comune di Perugia
il mio DAT, sono fiduciaria del DAT di una persona, una cara amica rimasta
vedova e con figli residenti all’estero, una persona anziana che è stata molto
sollevata nel sapere che il comune di Perugia aveva istituito questa
possibilità per i suoi cittadini. A maggior ragione, credo che ora sarà
contenta di sapere che tra non molto potremo portare i nostri DAT alla banca
dati delle strutture ospedaliere umbre. Un sollievo per me e per lei: sentirsi
protette nella fedeltà a se stesse senz’altro è una sicurezza che potrà
rasserenare le nostre vite. Grazie quindi alla regione per aver reso possibile
tutto questo qui, nel nostro territorio.
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