Michele Guaitini e Andrea Maori,
Radicaliperugia
Amato De Paulis e Leonardo Triulzi,
Alternativa Riformista Umbria,
Luigino Ciotti, Sinistra
Anticapitalista Umbria
Componenti del “Comitato per la democrazia in Umbria”
Questa mattina è stata presentata alla
stampa la proposta di legge elettorale che il PD ha portato all’esame
della commissioneregionale per le riforme statutarie.
Tale proposta è, se possibile, peggiorativa
rispetto alla già pessima legge elettorale attualmente in vigore approvata
a gennaio 2010.
Vengono riproposte pari pari le stesse
criticità in materia di basilari principi democratici e di accesso
all’elettorato passivo:
- Disparità di trattamento tra coloro che devono
raccogliere le firme e le liste esentate perché già presenti in consiglio o in
parlamento;
- Eccessivo numero di firme da raccogliere, pari a 3 mila. Fa sorridere
l’affermazione del presidente della commissione Smacchi quando dichiara di
voler andare incontro alle esigenze di tutti riducendone la soglia dalle 3200
attuali. Addirittura una riduzione del 6%! E allora come definire l’aumento del
20% stabilito 5 anni fa?
- Mancata previsione di una norma transitoria che in sede di prima
applicazione preveda un consistente abbattimento del numero di firme da raccogliere in considerazione dello scarsissimo tempo a disposizione per
l’organizzazione delle liste e la raccolta stessa, dal momento che nelle più
rosee aspettative avremo la legge a metà novembre (lo scorso luglio le stesse
persone dissero che sarebbe stata pronta entro il 30 settembre…)
Ma non finisce qui: stavolta questi
“statisti de noantri” vanno oltre, riproponendo lo stesso meccanismo
sul premio di maggioranza(almeno 11 seggi su 20, pari al 55%) stroncato
dalla Corte Costituzionale appena lo scorso gennaio, laddove sentenzia
che non può essere assegnato un premio di maggioranza senza che sia
stabilita una soglia minima di voti da raggiungere. Cioè, secondo la
proposta di legge all’esame, si potrebb earrivare primi anche col 20% o 25% dei
voti ottenendo il 55% dei seggi. La suprema Corte ritiene che un siffatto meccanismo, “in quanto combinato con l’assenza di una ragionevole soglia di
voti minima per competere all’assegnazione del premio, è pertanto tale
da determinare un’alterazione del circuito democratico definito dalla
Costituzione, basato sul principio fondamentale di eguaglianza del voto (art.
48, secondo comma, Cost.).
Da parte nostra ci attiveremo in tutte le
forme e modi possibili e facciamo appello a tutte le altre forze
politiche, presenti e non in Consiglio Regionale, di affiancarci in
questa battaglia affinché vengano corrette queste gravi violazioni di
democrazia.
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