mercoledì 15 ottobre 2014

Assemblea legislativa umbra: appello per una legge elettorale democratica e legalitaria

a cura del Comitato per la democrazia in Umbria


 Raccolta delle firme: l’Umbria è la regione che ha fissato le soglie minime e massime più alte d’Italia. Mentre la legge quadro nazionale (L. 108/68 e successive modificazioni) stabilisce un minimo di 1.750 e un massimo di 2.500 firme per le circoscrizioni elettorali con numero di abitanti compreso tra 500 mila e 1 milione e mentre tutte le regioni che hanno modificato tale norma hanno ridotto il numero di firme da raccogliere, l’Umbria già 5 anni fa aumentò le soglie del 20%.
La proposta avanzata ora dal PD, sotto le mentite spoglie di una riduzione (peraltro minima -6%), innalza ulteriormente la “forchetta” per la circoscrizione elettorale inferiore a 1 milione di abitanti imponendo un numero minimo di 3.000 firme.
Chiediamo che la legge elettorale regionale riprenda le soglie previste dalla L. 108/68 o che le riduca ulteriormente.  Inoltre, in sede di prima applicazione della nuova legge elettorale, vista l’intollerabile contrazione dei tempi, deve essere prevista una riduzione di almeno la metà del numero di firme da raccogliere.
Chiediamo parità di trattamento per tutti i partiti: o c’è esenzione per tutti o per nessuno o, in subordine, che chi ha l’onere della raccolta delle firme possa farlo solamente sul simbolo anziché su liste complete.
Chiediamo infine modalità burocratiche più snelle mediante l’istituzione di un albo regionale degli autenticatori a cui possono iscriversi tutti i cittadini in possesso del godimento dei diritti politici.


Premio di maggioranza: la proposta di legge avanzata dal PD ripropone lo stesso meccanismo bocciato dalla Corte Costituzionale con la sentenza n. 1/2014 (relativa alla legge elettorale nazionale, cosiddetta “Porcellum”). La suprema corte ha stabilito che non può essere assegnato un premio di maggioranza senza che sia stabilità una soglia minima di voti da raggiungere. Così facendo si corre il rischio che ci sia eccessiva sproporzione tra voti conseguiti e seggi assegnati “tale da determinare un’alterazione del circuito democratico definito dalla Costituzione, basato sul principio fondamentale di eguaglianza del voto (art. 48, secondo comma, Cost.)”.
Chiediamo quindi che sia previsto un secondo turno di ballottaggio tra i due candidati più votati nel caso che nessuno consegua al primo turno almeno il 50% dei voti validi.

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