Ancora crimini: i processi della dipendenza e invalidazione nel circuito della vecchia psichiatria clinica
di Eleonora Favaroni
Il 13 maggio 1978
entrava in vigore la legge 180 , la cosiddetta Legge Basaglia con la quale si stabiliva la definitiva
chiusura dei grandi ospedali psichiatrici.
35 anni sono passati
da quel movimento che tanti salutarono come momento di svolta politica e
sociale e videro come profondamente
rivoluzionario .
In realtà ancora prima del processo di
deistituzionalizzazione , vi era la forte consapevolezza e certezza che ci
sarebbe voluta una battaglia ben più grande
per liberarsi dal retaggio di un passato ancora fortemente presente e
vincolante.
Lo stesso Basaglia diceva “ Il rapporto
medico-paziente sarà sempre
istituzionalizzato . Questo è il pericolo cui può andare incontro il nostro
futuro ospedale comunitario. Ci limitiamo a traslocare entro mura trasparenti
la nostra struttura gerarchico-autoritaria”.
(Varese, 1966 Annali Neuropsichiatria ).
Difatti la legge 180 non ha fatto altro che riportare la vecchia realtà e ideologia manicomiale frammentandola
e legittimandola sul territorio tramite altrettante istituzioni totali quali
sono oggi i Centri di salute mentale , le CTR e i Reparti di Diagnosi e Cura.
Oggi nel Ventunesimo secolo
siamo tornati a una società controllante e normalizzante . In ogni società ci deve essere un consenso basato su una
serie di norme cui tutti devono adeguarsi per assicurare legalità .
Alla luce dei tempi odierni si è assistito a un ristagno,
regressione e peggio involuzione dei servizi psichiatrici ove sopravvive la logica della vecchia
psichiatria classista e coercitiva basata su contenimento,
controllo, abuso di psicofarmaci.
La vecchia psichiatria clinica risulta ancorata saldamente a schemi del
passato : diagnosi ed etichettature da manuale prive di fondamento e
attendibilità scientifica , assenza di
psicoterapia relazionale , ascolto e diritti. Soprattutto il diritto ad avere diritti . Il corpo e la mente diventano
oggetti da manipolare e strumentalizzare. In questo modo si perpetuano ancora
oggi abusi e violenze ; veri
crimini taciuti.
Tanta psichiatria si arroga il diritto e il potere di riconvertire il bisogno in una forma di controllo e
limitazione tralasciando la centralità della persona, la sua unicità e vissuto
esperienziale.
Il circuito della psichiatrizzazione alimenta i processi della stigmatizzazione, generalizzazione ed
inevitabilmente l’errore. Questo è uno dei maggiori inspiegabili paradossi dell’apparato
psichiatrico, quello che Castel definiva la grande “ contraddizione
psichiatrica”.
Si parla ancora di istituzione totale, essendo ben lontani
dal progetto e idea di ospedale o struttura comunitaria di cui gli inglesi ( Maxwell Jones, le Kingsey hall di Laing o l
esperimento di Cooper , Villa 21) avevano già per primi dato esempio.
Da sottolineare che L’80%
delle risorse del Fondo monetario sanitario viene impiegato nei ricoveri presso i reparti di diagnosi e
cura .
Il TSO ,dichiarato come “trattamento straordinario”proprio
dalla famosa Legge 833, si è rivelato invece mezzo abusato di medicina
difensiva inutile e malsana .
Vengono prescritti TSO con troppa facilità e senza consenso, la maggior parte dei quali
fatti passare per trattamenti volontari .
La maggior parte degli SPDC inoltre, come quello di Perugia
,sono ancora a porte chiuse e viene utilizzata la contenzione meccanica ;
risultano difficoltosi gli scambi con l’esterno e con i familiari stessi , ambienti e stanze esigue, buie e spazi troppo
ristretti e insufficienti.
In Umbria per il 2011 sono stati stanziati dal Fondo
Monetario regionale , 578 milioni di euro
di cui trenta milioni per
l’assistenza psichiatrica che ha assorbito il 50% delle risorse.
Nonostante ciò, il servizio risulta vetusto, antiquato e
ancora chiuso in un sistema poco efficace e aperto.
Sopravvivono condotte e linee terapeutiche impostate su
strumenti sorpassati, diagnosi, comunicazione
e informazione superficiale, poco trasparente e mistificante.
Un vero atto terapeutico consiste nel voler cercare
alternative valide :. laddove non esiste
alternativa non può esserci libertà e rispetto ma solo sopruso e deprivazione .
Eleonora favaroni
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