Perugia, il gioco delle
tre carte del servizio riscossione tributi e delle entrate di Provincie e Comuni
Dogre. Dopo aver provato a vessare i cittadini con la Tosap per i passi
carrabili ora va all’attacco dei commercianti con l’imposta sulla pubblicità .
Il Comune intervenga prima che sia troppo tardi
di Michele Guaitini, tesoriere di Radicali Perugia – Giovanni Nuvoli, in collaborazione con Andrea
Maori, segretario di Radicali Perugia – Giovanni
Nuvoli
Nel
2010 la Dogre – il servizio di Gestione delle attività di liquidazione,
accertamento e riscossione dei tributi e delle entrate delle Provincie e dei
Comuni - - ci ha provato con la Tosap per i passi
carrabili e fu costretta a leccarsi le molte ferite per i numerosi avvisi
“bonari” che solo dopo molte proteste e vari tavoli di conciliazione sono stati
riconosciuti come illegittimi.
Quest’anno
ci riprova con l’imposta sulla pubblicità provando a vessare i commercianti già
duramente provati dalla crisi economica.
La normativa vigente,
imperniata nel D.Lgs. 507/93 e in un apposito regolamento comunale, unitamente
con la nota n. 11159 del 2007 del Ministero delle Finanze, stabilisce i presupposti
per l’imposizione della tassa sulla pubblicità, distinguendo chiaramente ciò
che è “insegna” del pubblico esercizio, da quelli che sono “gli altri mezzi
pubblicitari” che si possono trovare su vetrine e porte d’ingresso.
Per
le prime - le insegne - è
previste una soglia di esenzione di 5 mq;
se si resta sotto tale soglia non si paga nulla, altrimenti si paga per tutti i
metri quadrati di insegna (non solo sui metri oltre i primi 5).
Per
i secondi – gli altri mezzi pubblicitari - si paga per ciascuna
pubblicità e per ciascun metro quadrato. Rientrano in questa categoria le varie
scritte pubblicitarie presenti ad esempio nelle vetrine dei negozi (“saldi”,
“offerta speciale”, ecc. ecc.) o cartelli e vetrofanie reclamizzanti un
prodotto o un marchio.
Ma l’art. 17 del D.Lgs.
507/93, ripreso pedissequamente dal regolamento comunale, stabilisce una soglia di esenzione di mezzo metro quadrato
complessivo per ciascuna vetrina o porta d’ingresso.
In questo periodo la Dogre sta inviando numerose cartelle di
accertamento ai commercianti per presunte violazioni della normativa in
materia di imposta sulla pubblicità con invito a regolarizzare la posizione
pagando cifre che vanno dalle centinaia fino ad arrivare a qualche migliaio di
euro. Cifre che poi dovrebbero essere corrisposte annualmente.
Dove
sta il trucco? E’ semplice: la Dogre considera qualunque mezzo pubblicitario, qualunque scritta e
qualunque cartello come fosse una insegna,
comprese le scritte “saldi”, “qui
servizio fotocopie”, ecc. ecc. fino ad arrivare al distributore di profilattici
posto esternamente alla farmacia.
Sia
chiaro: sono tutte tipologie di pubblicità per le quali va pagata l’imposta ma
considerandole (illegittimamente) come insegna, da
un lato non vengono fatte ricadere nella soglia di esenzione del mezzo metro
quadrato per vetrina; dall’altro lato, invece che concorrere per i soli metri
quadrati del messaggio pubblicitario, contribuiscono a sforare i 5 metri
quadrati di insegna facendo sì che l’importo da pagare sia calcolato per un
numero di metri quadrati nettamente superiore.
Chiediamo
quindi al Comune di Perugia di intervenire immediatamente e bloccare sul
nascere questo nuovo tentativo vessatorio della Dogre stabilendone o meno la
legittimità, per evitare che, come accadde per la Tosap nel
2010, ci si trovi poi costretti a dover fare marcia indietro travolti dalle
proteste dei cittadini, con evidente danno per tutti, soprattutto quei
commercianti ignari che hanno già provveduto a saldare importi forse non dovuti o sensibilmente più alti del dovuto.
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