Radicali, interrogazione al Senato sui mancati pagamenti degli stipendi ai supplenti nelle scuole: il caso dell’Umbria
di Andrea Maori, (segretario) Michele Guaitini (tesoriere) e Liliana Chiaramello (presidente) di radicaliperugia - Giovanni Nuvoli
Con un’interrogazione parlamentare (qui sotto e in link con il sito della senatrice Poretti) rivolta ai Ministri
dell’istruzione, dell’università e della ricerca e dell’economia e delle finanze, deposita oggi, i senatori radicali Donatella Poretti e
Marco Perduca hanno chiesto ai suddetti Ministri come
intendono “operare al fine di assicurare agli istituti scolastici le risorse
necessarie per il pagamento delle competenze dei supplenti per poter
assicurare in tal modo un normale e dignitoso proseguimento delle attività
didattiche.” Infatti sono molte le organizzazioni
sindacali che da tempo, periodicamente, segnalano le difficoltà delle scuole
pubbliche italiane a pagare gli stipendi di migliaia di
supplenti in tutta Italia a seguito di una sostanziale impossibilità da
parte dei dirigenti scolastici di poter procedere alla nomina dei supplenti e
al pagamento di quelli in servizio;
Molti sono i casi segnalati nell’interrogazione parlamentare: colpisce il caso di Città di Castello, dove addirittura l’Istituto Tecnico
Commerciale e per Geometri “Ippolito Salviani” non paga un insegnante supplente
dall’ottobre 2009 e che, per tale motivo è già stata fatta, nel febbraio
2012 una “richiesta di intervento” presso l’Ispettorato del lavoro di Perugia,
senza avere ottenuto ad oggi alcun effetto. Quest’ultimo esempio dimostra, che il mancato trasferimento delle
risorse rischia di acuire i contenziosi tra gli istituti scolastici e i
supplenti in servizio e di interrompere l’attività didattica per mancate nomine
di supplenti.
Interrogazione dei senatori Poretti, Perduca ai Ministri
dell’istruzione, dell’università e della ricerca e dell’economia e delle finanzePremesso che:
da diversi anni, a causa dei mancati trasferimenti di fondi a livello centrale e delle politiche di rigore attuate in numerosi istituti scolastici, a livello sia regionale che nazionale, gli insegnanti supplenti, che hanno ricevuto incarico direttamente dal dirigente scolastico, vengono pagati con enormi ritardi, addirittura dopo diversi mesi, oppure sono ancora in attesa di essere pagati;
le organizzazioni sindacali da tempo, periodicamente, segnalano le difficoltà delle scuole pubbliche italiane a pagare gli stipendi di migliaia di supplenti in tutta Italia;
esiste una sostanziale impossibilità da parte dei dirigenti scolastici di poter procedere alla nomina dei supplenti e al pagamento di quelli in servizio;
che fra i tanti esempi si segnalano quelli della provincia di Lecco dove già da diversi mesi non si sta procedendo al pagamento degli stipendi dei supplenti di terza fascia che hanno ricevuto incarico direttamente dal dirigente scolastico; a Padova dove risulta sospeso il pagamento degli stipendi ai supplenti in duecento scuole dallo scorso dicembre 2011; a Pisa e provincia dove. un centinaio circa di docenti e collaboratori scolastici precari — questa la stima fatta dal sindacato Cisl — che chiamati a sostituire i titolari che si assentano dal lavoro per supplenze di breve durata, non sono riusciti nell’anno scolastico in corso a portarsi casa lo stipendio; a Città di Castello, in Umbria, dove addirittura l’Istituto Tecnico Commerciale e per Geometri “Ippolito Salviani” non paga un insegnante supplente dall’ottobre 2009 e che, per tale motivo è già stata fatta, nel febbraio 2012 una “richiesta di intervento” presso l’Ispettorato del lavoro di Perugia, senza avere ottenuto ad oggi alcun effetto;
che, come questo ultimo esempio dimostra, il mancato trasferimento delle risorse rischia di acuire i contenziosi tra gli istituti scolastici e i supplenti in servizio e di interrompere l’attività didattica per mancate nomine di supplenti;
per sapere:
come intendano i Ministri in indirizzo operare al fine di assicurare agli istituti scolastici le risorse necessarie per il pagamento delle competenze dei supplenti per poter assicurare in tal modo un normale e dignitoso proseguimento delle attività didattiche.
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