lunedì 2 luglio 2012

Libera Umbria sul Garante dei detenuti. “Il Consiglio regionale rientri nella legalità. Le carceri rientrino nella Costituzione”


Il Consiglio regionale dell’Umbria ha inserito nell’ordine del giorno della seduta del 3 luglio la nomina del Garante delle persone sottoposte a misure privative o limitative della libertà personale. istituito con una legge regionale del 2006.
Era tempo di rientrare nella legalità. Si tratta, infatti, di una inadempienza intollerabilmente lunga, giacché chi emana le leggi ha – prima di ogni altro  - il dovere morale e l’obbligo giuridico di applicarle.
Libera Umbria è intervenuta, fin dal 2008 e numerose volte, con sollecitazioni agli organi istituzionali e politici e pubbliche, prese di posizione su questa necessità senza ottenere ascolto. Lo ha fatto anche di recente, insieme ai Radicali di Perugia e vari gruppi e movimenti di volontariato, in considerazione di una situazione delle carceri che, in Italia e in Umbria, sembra essere anch’essa fuori da ogni legge.
Non si tratta solo di un affollamento che va ampiamente oltre i limiti previsti dalle norme, dall’umanità e dal buon senso, ma anche di una carenza di risorse che incide pesantemente sulle condizioni di vita dell’intera comunità carceraria, incluso il personale di custodia, e determina frequenti e documentate situazioni di insopportabile sofferenza materiale e morale.
La presenza del Garante non è risolutiva ma, contribuendo alla tutela dei diritti, può essere veicolo di una cultura basata sulla legalità. Il Garante può inoltre fornire un grande aiuto per le istituzioni per far sì che alla giusta esecuzione della pena non si aggiungano nei singoli o in interi gruppi danni alla salute fisica e psichica. Il Garante, in ultima analisi, può rappresentare un contributo per rientrare nella Costituzione, restituendo al regime carcerario un carattere prevalentemente rieducativo piuttosto che afflittivo.  
Ci auguriamo che la persona che il Consiglio nella sua responsabilità sceglierà, oltre a possedere i requisiti richiesti dalla stessa legge regionale, abbia l’autorevolezza personale ed il sostegno delle istituzioni e della società civile per un compito che si prospetta tutt’altro che facile.

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