I fondi per la copertura dei servizi sanitari penitenziari non
sono sufficienti per le necessità operative
di Andrea Maori
da Umbria settegiorni del 13 luglio 2012
Nei giorni scorsi presso la Casa penale di Maiano di Spoleto si è tenuto
un seminario sulla salute in carcere organizzato dal forum per il Diritto alla
Salute in Carcere.
In un documento finale, una copia del quale radicaliperugia è venuto in
possesso, viene denunciato un quadro problematico: in generale al di là delle
intenzioni espresse attraverso protocolli di intesa, mancano risposte concrete agli accordi della Conferenza Stato-Regioni
relativi all'istituzione di un gruppo di lavoro, composto da operatori sanitari
e penitenziari, per prevenire il disagio psichico ed i rischi autolesivo e
suicidario. Se si fa eccezione per il carcere di Perugia, vi è scarsa integrazione tra area sanitaria
e le altre aree all'interno degli istituti, che rende frammentato e quindi
poco efficace l'intervento sull'utente. Il
servizio per i detenuti tossicodipendenti è carente, mentre per gli altri
detenuti l'assistenza psicologica è addirittura assente. E' da sottolineare
che tali servizi rappresentano risposte a problematiche specifiche degli utenti
e sono necessari sia sotto il profilo della prevenzione del disagio psichico
che della elaborazione dell'esperienza di vita, compresa la revisione critica
di trascorsi devianti, richiesta dalla magistratura per la concessione di
benefici. L’iniziativa ha evidenziato in maniera inequivocabile come alcune
necessità non trovino risposta a causa di difficoltà, per chi oggi è
responsabile della Salute in carcere, ad entrare nelle problematiche di un
contesto così delicato e complesso, in parte fisiologiche ad ogni processo che
si avvia. Ci pare particolarmente
interessante notare che nel documento finale è' stata rilevata come la carenza
di risorse economiche renda difficoltoso declinare il concetto di salute nei
termini stabiliti dall'organizzazione mondiale della sanità e come questo,
in un ambiente come il carcere - dove le domande di salute sono prevalentemente
di carattere psicologico e sociale - costituisca un ostacolo ulteriore nel
rispondere ai bisogni di salute degli utenti.
Una forte denuncia riguarda la nuova gestione della
Sanità Penitenziaria: come da più parti sottolineato i fondi necessari per la copertura dei servizi sanitari penitenziari non
sono sufficienti per le necessità. Addirittura è emerso che i fondi destinati
alla salute siano stati utilizzati per la copertura di alcuni “buchi” nel
budget delle ASL. Molti operatori hanno fatto capire come che il passaggio
al Servizio sanitario nazionale con la legge 230/99 non abbia sostanzialmente
cambiato una cultura che colloca il detenuto, in quanto responsabile di azioni
con le quali tutta la sua persona tende ad essere identificata, in una posizione
subalterna. Cultura che risponde più ad
un pregiudizio che ad evidenze scientifiche, le quali mostrano come la
mente umana non è statica. Le cellule neuronali stesse si rigenerano, a
condizione che vengano offerte esperienze in grado di modificare il
comportamento, espressione esteriore della personalità. Tali presupposti marcano la differenza tra una punizione come vendetta
sociale ed una pena giusta, in quanto retributiva ma anche strumento riparativo
e di recupero della persona.
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