Piano di sviluppo rurale dell’Umbria: quale
incoraggiamento per l’agricoltura biologica? Con gli stanziamenti
dell’Unione Europea favorita in grandissima parte l’agricoltura integrata a
scapito di quella biologica: interrogazione dei deputati radicali ai ministri
delle politiche agricole e dell’ambiente (prima firmataria la deputata
Zamparutti)
Dichiarazione di Andrea Maori, segretario di radicaliperugia.org e di Claudio Abiuso, presidente della lista civica “L’Altra Perugia”
Il Piano di Sviluppo Rurale dell'Umbria approvato con delibera
della Giunta Regionale n°1865 del 23 dicembre 2009, prevede
finanziamenti per le "misure agroambientali" lasciando
molto vago l’impegno per l’agricoltura biologica: infatti si dice
che bisogna "consolidare l'agricoltura biologica" e non
"promuovere" e neanche "incoraggiare" come è scritto
per le altre misure agroambientali; il,piano prevede inoltre anche finanziamenti
all'agricoltura integrata la quale manca di controlli e
certificazioni idonee al contrario dell’agricoltura biologica, la
quale è l'unica ad essere certificata da associazioni internazionali. In
Italia, come è denunciato da un appello presente in questo blog promosso dal professore Altieri, agro ecologo umbro, la presunta
agricoltura integrata è basata su semplici elenchi di prodotti chimici
consentiti.
Nell’appello si rende noto che l’Unione europea
prevede lo stanziamento di circa 10 miliardi di euro per la riduzione
dell’impatto ambientale dell’agricoltura italiana, attraverso piani di sviluppo
rurale. Per tutti questi motivi i deputati radicali – prima
firmataria Elisabetta Zamparutti – hanno presentato un’interrogazione
parlamentare (qui sotto il testo integrale e il link) rivolta ai
ministri delle politiche agricole e dell’ambiente con la quale si rende noto
che una riduzione certa dell’inquinamento si avrebbe solo con la conversione
all’agricoltura biologica, in quanto solo questa prevede la «certificazione »
da parte di organismi specializzati; e se e quali azioni si intendano
promuovere per un quadro normativo che preveda i criteri di certezza
certificativa entro i quali devono essere elaborati i piani di sviluppo
rurali regionali alla luce degli ingenti finanziamenti dell’Unione
europea. L’interrogazione è rivolta ai ministri perché va
considerato che la Costituzione italiana all’articolo 117 prevede come
materia di legislazione concorrente quella sottoposta alla gestione
dell’ambiente e del territorio e comunque all’applicazione di norme comunitarie.
ZAMPARUTTI,
BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e MAURIZIO TURCO. — Al Ministro
delle politiche agricole, alimentari e forestali, al Ministro dell’ambiente e
della tutela del territorio e del mare.
— Per sapere –
premesso che:
l’Unione europea prevede lo stanziamento di circa 10 miliardi di euro per la riduzione dell’impatto ambientale dell’agricoltura italiana, attraverso piani di sviluppo rurale;
la maggior parte dei piani di sviluppo rurale approvati dalle regioni italiane prevede una riduzione dell’impatto ambientale con tecniche di agricoltura integrata (chimiche fisiche ed agronomiche);
una riduzione certa dell’inquinamento si avrebbe solo con la conversione all’agricoltura biologica, in quanto solo questa prevede la « certificazione » da parte di organismi specializzati;
evidenziato come la Costituzione italiana all’articolo 117 prevede come materia di legislazione concorrente, quella sottoposta alla gestione dell’ambiente e del territorio e comunque all’applicazione di
norme comunitarie –: se e quali azioni si intendano promuovere per un quadro normativo che
preveda i criteri di certezza certificativa entro i quali devono essere elaborati i piani di sviluppo rurali regionali. (4-15950)
— Per sapere –
premesso che:
l’Unione europea prevede lo stanziamento di circa 10 miliardi di euro per la riduzione dell’impatto ambientale dell’agricoltura italiana, attraverso piani di sviluppo rurale;
la maggior parte dei piani di sviluppo rurale approvati dalle regioni italiane prevede una riduzione dell’impatto ambientale con tecniche di agricoltura integrata (chimiche fisiche ed agronomiche);
una riduzione certa dell’inquinamento si avrebbe solo con la conversione all’agricoltura biologica, in quanto solo questa prevede la « certificazione » da parte di organismi specializzati;
evidenziato come la Costituzione italiana all’articolo 117 prevede come materia di legislazione concorrente, quella sottoposta alla gestione dell’ambiente e del territorio e comunque all’applicazione di
norme comunitarie –: se e quali azioni si intendano promuovere per un quadro normativo che
preveda i criteri di certezza certificativa entro i quali devono essere elaborati i piani di sviluppo rurali regionali. (4-15950)
Ciao Andrea,
per radicare la Interrogazione parlamentare sull'Umbria, ti segnalo come il
Piano di Sviluppo Rurale dell'Umbria è stato approvato con Delibera
della Giunta Regionale n°1865 del 23 Dicembre 2009, nella
quale sono previsti finanziamenti per le "misure
agroambientali" 2.1.4. nelle quali è scritto espressamente
"consolidare il contributo per l'agricoltura biologica" e non
"promuovere" e neanche "incoragggiare" come è scritto
per le altre misure agroambientali; prevede inoltre anche finanziamenti
all'Agricoltura integrata la quale mancando di controlli e
certificazioni idonee andrebbe invece esclusa (l'agricoltura integrata),
lasciando solo il biologico, il quale è l'unico ad essere certificato
da associazioni internezionali.
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