Antigone
ribadisce l’importanze e l’urgenza della nomina del Garante dei Detenuti in
Umbria. Esprime soddisfazione per l’accordo raggiunto e per l’impegno da parte
delle forze politiche di maggioranza alla effettiva attuazione di quanto
previsto dalla legge regionale del 2006.
Il problema
della tutela dei diritti in carcere presenta infatti, oggi, una attualità
dovuta alla difficoltà dei soggetti detenuti a far valere ciò che gli
spetterebbe in base alle normative vigenti e ai principi fondamentali, per
timore di mettersi contro l’amministrazione penitenziaria e peggiorare la
propria condizione.
Non
dimentichiamo infatti che i detenuti presenti nelle istituzioni penitenziarie
umbre, ed italiane in genere, nella stragrande maggioranza dei casi si trovano in
carcere per violazioni della legge sull’immigrazione e del testo unico in
materia di stupefacenti. La legge Bossi-Fini e la legge Fini-Giovanardi hanno
infatti contribuito ad aumentare la popolazione carceraria italiana.
Non va
inoltre dimenticato che l’Italia non è un caso isolato, e che quanto avviene nel
nostro Paese è in linea con una più vasta tendenza, che interessa l’Europa e che ha visto un avvicinamento al modello
penitenziario statunitense, nella direzione di un incremento della popolazione
detenuta e verso un graduale abbandono del perseguimento della finalità
rieducativa della pena.
Inoltre
stiamo assistendo all’uscita di scena dello Stato Sociale, che sta sempre più
cedendo il passo ad uno Stato Penale, caratterizzato dalla tendenza a risolvere
i problemi sociali, precedentemente gestiti attraverso prestazioni di welfare, con una risposta di tipo criminalizzante e
penalistica. In precedenza infatti la protezione dei diritti si estendeva anche
ai detenuti, percepiti come soggetti destinatari di un aiuto sociale di diverso
tipo e di un reinserimento successivo all’espiazione della pena detentiva, da
attuarsi a seguito di un processo rieducativo che aveva luogo all’interno del
carcere e che era volto ad un nuovo inserimento sociale e non all’esclusione
del detenuto dalla società civile. Le carceri oggi sono più strutture meramente
contenitive che non palestre che dove si allenano i detenuti all’inserimento
nel patto sociale. La devianza tende ad essere nascosta all’interno delle mura
del carcere.
L’attività
di Osservatorio di Antigone, che mi vede personalmente coinvolta in Umbria,
risulta alla luce dei problemi connessi all’effettiva tutela dei diritti
particolarmente utile, dato che ci consente di avere una mappatura estesa, a
livello nazionale, sullo stato delle carceri e sulle condizioni di detenzione.
Attualmente l’ex detenuto trova notevoli problemi nel processo di reinserimento
sociale, come dimostrano gli alti tassi di recidiva. Le stesse attività
proposte e svolte dai detenuti all’interno del carcere, sempre più limitate a
causa dei tagli alla spesa sociale, raramente permettono al detenuto una reale
formazione; lo scopo principale diventa quello della garanzia di un ordine
interno, realizzabile attraverso la minimizzazione dei tempi morti e dell’ozio,
e sono più funzionali al mantenimento dell’ordine all’interno dell’istituzione
che non ad un’effettiva crescita in senso rieducativo del detenuto.
Teniamo sempre
presente il fatto che il corpo del detenuto è un corpo affidato in tutto e per
tutto allo Stato, per cui quest’ultimo ha nei suoi confronti maggiori obblighi
e responsabilità rispetto a quelle necessarie nei confronti di una persona libera.
Da quasi un
anno, Antigone, grazie all’impegno del Prof. Anastasia e del Prof. Fiorio,
nonché alla disponibilità della Direttrice del Carcere di Capanne, Dottoressa
Di Mario, è riuscita ad avviare un progetto che porta gli studenti all’interno
del carcere, rispondendo sia ad esigenze didattiche e formative, sia cercando
di venire incontro a problemi che incontrano le persone private della libertà
durante la detenzione. Il progetto ha avuto un enorme successo, sia tra gli
studenti (attualmente circa 150 sono coinvolte progetto), sia trai detenuti,
che continuano con costanza, sempre più numerosi, a chiederci aiuto per questioni giuridiche e
per la risoluzione dei problemi più disparati.
Questo
progetto a nostro parere aiuta la vicinanza tra la c.d. società civile e il
sistema penitenziario, e potrebbe essere un utile strumento per lo stesso
Garante dei Detenuti, del quale auspichiamo una nomina repentina.
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