Palazzo arcivescovile di Perugia |
Caso don Lucio Gatti, la Chiesa perugina risponde ai Radicali: «Avviate subito le indaginii»
PERUGIA - La Chiesa perugina si difende, attacca e spiega che «in merito ad alcune dichiarazioni fatte dal segretario di Radicali Italiani e dalla presidente di Radicali Perugia in riferimento alla vicenda di don Lucio Gatti che intendono coinvolgere l'arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, mons. Gualtiero Bassetti, e il suo predecessore, l'arcivescovo emerito mons. Giuseppe Chiaretti», la Curia intende precisare alcune cose.«A monsignor Bassetti, prima dell'ottobre 2011, non era giunta alcuna denuncia diretta sul sacerdote. Nel momento in cui una persona nel 2010 aveva riferito di fatti negativi si è premurato di avviare un'indagine personale riservata, dalla quale non è emerso nulla di significativo - si legge in una nota della diocesi - Continuando ad avere segnalazioni riguardanti il sacerdote in questione, ha deciso, in data 24 ottobre 2011, di istituire una Commissione diocesana di indagine, che ha raccolto le dichiarazioni dei diretti interessati e di coloro che in qualche modo fossero legati alla vicenda».
Per quanto attiene alla posizione di monsignor Chiaretti «è venuto a conoscenza di un unico caso di lamentela nei confronti del sacerdote perugino, risalente al 2004, per il quale, non essendo evidente la fattispecie dell'episodio, convocò subito una commissione di chiarificazione con gli interessati - prosegue la nota - monitorando poi la situazione per vario tempo senza mai aver notizia d'altri episodi del genere. Su questa dolorosa vicenda la Curia perugina ha fatto luce fino in fondo con determinazione, non temendo la verità come è avvenuto anche in altre circostanze».
«Per quanto riguarda il riferimento dei Radicali alla Santa Sede, si ricorda che il caso è tutto e solo di competenza giuridica e pastorale dell'arcivescovo di Perugia - conclude la nota - Non sono pertanto comprensibili accuse e sospetti che offendono l'onorabilità dei due presuli, se non per una pregiudiziale diffidenza nei confronti della Chiesa e dei suoi pastori».
Per quanto riguarda l'inchiesta penale il difensore del sacerdote, l'avvocato Nicola Di Mario, ricorda che «se ci sono delle denunce e si configura l'iscrizione nel registro degli indagati, l'atto formale costituisce un adempimento processuale obbligatorio, ma qualsiasi tipo di valutazione dovrà differirsi alla conoscenza completa dei risultati investigativi».
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