Negli istituti penitenziari umbri sono detenuti in 1.753 a fronte di una capienza regolamentare di 1.134
Articolo tratto da http://www.umbria24.it/carceri-cresce-sosta-numero-detenuti-quelle-umbre-anni-raddoppiati/62743.html
di Daniele Bovi
Continua a crescere senza sosta il numero dei detenuti nelle quattro carceri dell’Umbria. A confermarlo, martedì mattina di fronte alla Terza commissione del Comune di Perugia, il provveditore regionale dell’Amministrazione penitenziaria Ilse Runsteni. Nel corso dell’audizione il provveditore ha spiegato che ad oggi i detenuti nei penitenziari umbri ammontano a 1.753, quasi cento in più rispetto al 31 dicembre scorso. Tutto ciò di fronte ad una capienza regolamentare di 1.134 posti e ad un limite di tollerabilità di 1.589. Al sovraffollamento ormai cronico vanno aggiunti la scarsità di personale e di mezzi economici. Un mix che porta ad una situazione oltre la soglia della tollerabilità.
Detenuti raddoppiati Il provveditore si è concentrato sulla situazione di Capanne, oggetto di una specifica mozione del capogruppo pd Francesco Mearini. Ad oggi nel carcere di Perugia sono detenuti, anche se sarebbe più corretto dire stipati, 483 detenuti nella sezione maschile e 83 in quella femminile a fronte di una capienza regolamentare complessiva di 352. «In prospettiva poi – ha affermato la Runsteni – va considerata la possibile apertura di una nuova seziona a Terni da altri 200 posti». Il trend di crescita degli ultimi anni è elevato ed è da addebitarsi, secondo la Runsteni, «anche e soprattutto all’apertura delle nuove sezioni». Solo nel 2008 i detenuti erano 907, quasi la metà rispetto a quelli di oggi.
Pochi agenti La situazione relativa al personale di polizia penitenziaria è altrettanto allarmante. A Capanne lavorano, in condizioni difficili, 241 agenti di cui 45 donne. La pianta organica, elaborata nel 2004, prevederebbe l’impiego di 1.063 agenti distribuiti nei quattro penitenziari della regione. Oggi invece sono quasi 746: oltre 300 lavoratori in meno. E dal 2001, come spiega il provveditore, non vi è stato alcun adeguamento né altri si scorgono all’orizzonte. In sintesi, se il grado di civiltà di un Paese si misura dalle condizioni delle sue carceri, l’Italia non brilla di certo.
Consiglio aperto «Ciò che succede dentro il carcere di Capanne – ha detto poi nel corso dell’audizione Mearini – genera estremo allarme sociale e si ripercuote sulla vita di tutti i giorni dei cittadini. La questione non può essere affrontata solo in termini ragionieristici». Completato il lotto delle audizioni, la Commissione ha nominato alcuni componenti per formare una sottocommissione, la quale avrà il compito di redigere sul tema un documento condiviso. Documento che verrà poi trasmesso alla Presidenza e discusso, nelle intenzioni dei consiglieri, in una seduta aperta del Consiglio con la partecipazione di tutti i parlamentari eletti in Umbria.
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