Articolo di Gioia Salvatori pubblicato su da l'Unità, il 13 agosto 2010
Morti sospette, sovraffollamento, suicidi, baby detenuti innocenti in cella al seguito delle madri. I mali delle carceri non guariscono, anzi. Da Poggio Reale a San Vittore dall'Ucciardone a Secondigliano e Sulmona, i numeri raccontano i fallimenti del sistema carcerario italiano. Pochi soldi, poco personale, troppi detenuti.
«Molte madri di carcerati morti durante la detenzione, ci hanno chiamato dopo il caso Cucchi per chiederci di indagare sulla fine dei loro figli» dice Rita Bernardini, deputata radicale eletta nelle liste del Pd. Contro i mali della prigione, per un carcere più umano, da oggi e fino a domenica, 200 parlamentari e consiglieri regionali italiani ispezionano 216 istituti penitenziari in tutta la Penisola. Aderiscono alla seconda edizione dell'iniziativa dei radicali "Ferragosto in carcere". Rita Bernardini sarà in sei istituti siciliani.
Qual è la più grave pecca da parte delle istituzioni? «Lo Stato che va contro la Costituzione contravvenendo all'articolo 27, che dice che il carcere deve rieducare. In Italia invece l'80 per cento dei detenuti quando esce torna a delinquere. Questo per via delle condizioni disumane di detenzione. Questa legislatura ha delle colpe: i tagli sulla spesa per detenuto, coi costi giornalieri di mantenimento calati di tre euro in due anni (da 10, 80 a 7, 80 euro), l'approvazione di leggi affolla carceri e lo svuotamento del ddl Alfano sulle pene preventive: scritto dal ministro dopo un nostro sciopero della fame, ad ora è lettera morta».
Cosa servirebbe contro il sovraffollamento e contro la recidività? «Pene alternative alle detenzione che significa dare la possibilità ai carcerati di lavorare: in Italia hanno l'opportunità di farlo solo 15mila detenuti, in Francia lo fanno in 250mila e in Gran Bretagna in 300mila, tanto per descrivere la nostra arretratezza. Poi servono norme contro la carcerazione preventiva da approvare forti di un dato: che il 50% dei carcerati in via preventiva viene poi dichiarato innocente».
Il senatore Marcello Dell'Utri visiterà il carcere di Como e l'ex sottosegretario Nicola Cosentino quello di Secondigliano. Che ne pensa della loro adesione? «Attraverso le commissioni giustizia abbiamo invitato tutti i parlamentari ad aderire, nessuno si è opposto a che invitassimo anche Dell'Utri e Cosentino e io dico grazie anche a loro due per aver aderito. I parlamentari hanno l'importante prerogativa di ispezionare le carceri e loro due non l'hanno persa».
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