La denuncia di una parente di un paziente pubblicata giorni fa da La Nazione di Perugia sulle disfunzioni del servizio psichiatrico diagnosi e cura di Perugia (il c.d. "Repartino") ha avuto il merito di riaprire il dibattito su questa struttura. Grazie alla nostra segnalazione - tramite la senatrice radicale Donatella Poretti - alla Commissione parlamentere d'inchiesta sul funzionamento della struttura sanitaria presieduta da Ignazio Marino, sono aumentate le prese di posizione. L'associazione Madre Coraggio, la segreteria regionale della Cgil Funzione pubblica dell'Umbria Vanda Scarpelli e il consigliere regionale dell'Italia dei Valori Oliviero Dottorini, il ruolo informativo dell'Associazione psichiatri italiani, sono intervenuti a vario titolo sulla vicenda, confermando ed arricchendo di nuovi particolari la prima denuncia, anche se da dentro la struttura vige un profondo silenzio. La tragica morte di Luca Gambini, avvenuta il 30 dicembre 2007 (segnalo il video Sulla morte di Luca Gambini ) dentro la struttura - rispetto alla quale il processo penale di primo grado è ancora in corso - dimostra che un clima è profondamente cambiato rispetto a quel movimento che vide Perugia all'avanguardia da metà degli anni '70 per una psichiatria moderna e rispettosa della dignità umana. Ma erano altri tempi, altra partecipazione. In tutto questo, ora, la politica istituzionale regionale latita. Per parte nostra continueremo a fornire di informazioni la commissione parlamentere anche se dobbiamo notare che la promessa del Presidente Marino che entro agosto sarebbero stati dimessi il 40% dei pazienti degli Ospedali psichiatri giudiziari non è stata rispettata.
Le dichiarazioni d'intenti sono una cosa, la programmazione seria e cioè, investimenti, una legge rispettosa dei diritti umani, servizi efficienti, è un'altra.
Andrea Maori
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