martedì 28 agosto 2018

Anche a Perugia si possono firmare per le 8 proposte di legge di iniziativa popolare «8 firme contro il regime» promosse dal Partito Radicale



La sottoscrizione presso il Comune di Perugia
Da qualche giorno si possono firmare a Perugia presso la segretaria del Comune e i 5 Uffici Relazione con il Pubblico di Ponte San Giovanni, di Piazza IV novembre, di Ponte Felcino, dei Rimbocchi e di San Sisto le 8 proposta di legge di iniziativa popolare "8 firme contro il regime" promosse dal Partito Radicale.
Obiettivo della raccolta è il deposito in Parlamento entro il 30 novembre di 50mila firme necessarie per iscrivere nell’agenda politica e quindi “costringere” il Parlamento ad esprimersi su problemi irrisolti e sempre più espulsi da dibattito politico.
Si tratta di un promemoria, di un programma politico per il ripristino di segmenti di Stato di Diritto, per lo stato di diritto democratico, federalista, laico, per la riforma della Rai, la giustizia, le leggi antimafia, la riforma delle istituzioni.
Sono proposte che tendono a riportare l’Italia nella legalità della sua Costituzione. Le firme, dei residenti e non, saranno raccolte fino a martedì 13 novembre 2018. Anche presso la segreteria del Comune di Marsciano si possono raccogliere le firme secondo gli orari di ufficio.
Nel dettaglio le schede delle proposte di legge
Per il Partito Radicale:
Andrea Maori, Tommaso Ciacca


8 PROPOSTE DI LEGGE DI INIZIATIVA POPOLARE DEL PARTITO RADICALE
1.Modifica dell’articolo 79 della Costituzione in materia di concessione di amnistia e indulto.
L’amnistia e l’indulto sono necessari per riportare l’Italia nella legalità della sua Costituzione e davanti all’Europa. Il quorum di 2/3 del Parlamento dal 1992 rende impossibili questi provvedimenti.
2. Revisione del sistema delle misure di prevenzione e delle informazioni interdittive antimafia di cui al D.lgs. n. 159 del 6 settembre 2011.Per impedire le infiltrazioni della criminalità organizzata nel sistema economico senza distruggerlo, per salvaguardare la continuità aziendale e i posti di lavoro, per prevenire il crimine senza distruggere le vite delle persone, per combattere la mafia senza minare i principi dello Stato di Diritto e i diritti umani fondamentali.
3. Abolizione della possibilità di assunzione di incarichi extragiudiziari da parte dei magistrati.
Per impedire ai magistrati di assumere incarichi incompatibili con l’esercizio efficiente e imparziale delle loro funzioni principali e ordinarie, ovvero quello di amministrare la giustizia «in nome del popolo italiano».
4. Introduzione del sistema elettorale uninominale per l’elezione della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica. Elezione del parlamento italiano con il sistema elettorale uninominale secco come quello anglosassone: piccoli collegi per assicurare la relazione tra l’eletto e il territorio; chi prende più voti è eletto.
5. Disposizioni in materia di libertà e diritto di informazione e di servizio pubblico radiotelevisivo.
Il servizio radiotelevisivo pubblico assicura il diritto alla conoscenza dei cittadini. Cancellazione del monopolio della Rai e sua messa all’asta con gare distinte nazionali e locali, anche per rilancio emittenza locale. Effettiva privatizzazione della RAI e abolizione della Commissione parlamentare di Vigilanza.
6. Revisione delle procedure di scioglimento dei Comuni per mafia previste dal T.U. delle leggi sull’ordinamento degli enti locali di cui al D.lgs. n.267/2000. Per favorire una sana partecipazione popolare alla vita amministrativa delle comunità quale unico antidoto al controllo mafioso sui comuni, per sbarrare davvero le porte dei nostri comuni alle mafie, per una efficace politica antimafia.
7. Riforma del sistema di ergastolo ostativo, del regime del 4 bis e abolizione dell’isolamento diurno. Come diceva Leonardo Sciascia, la mafia non si combatte con la terribilità delle pene, ma con il diritto. E l’art. 27 della nostra Costituzione afferma che la pena non può essere contraria al senso di umanità e deve tendere alla rieducazione del condannato.
8. Riforma del sistema elettorale per l’elezione dei membri italiani al Parlamento europeo.
Elezione del Parlamento europeo con un collegio unico nazionale con sistema proporzionale puro per garantire la rappresentanza di tutte le forze politiche e un dibattito nazionale
sulle istituzioni e europee.

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