Riceviamo da Eleonora Favoaroni, attivista del Movimento Antipsichiatria, questa nota che volentieri pubblichiamo
Il 20
marzo 2014 al cinema sant’Angelo di Perugia viene proiettato il
documentario-choc sugli opg italiani la cui chiusura è stata nuovamente
spostata nel 2017 presso le nuove strutture di sicurezza e assistenza previste per
accogliere i detenuti ; le cosiddette REMS.
Bruciante,spietato,
un pugno in pieno viso , una lama che squarcia la coscienza e costringe a
pensare , costringe ad abbassare la testa , a provare vergogna. Vergogna.
Vergogna
per chi è libero , per chi è indifferente,
per chi come lo Stato italiano si sia fino ad oggi giustificato difronte a
denunce e evidenze.
Il
film è coordinato dalla voce e il racconto di Luigi Rigoni che dopo due anni
chiuso ad Aversa , continua a vivere i
demoni dell’Inferno.
“Qui ci uccidono piano piano “ dice un
detenuto piangendo.
“l’uomo
è un animale che sa adattarsi , ma qui è messo a dura prova” dice un giovane lucido, dalla faccia seria e intelligente tanto da spingerti a domandare “ ma tu cosa ci stai a fare qui
dentro?”
Impossibile
che rinchiudano persone come lui , eppure è così, per un nulla , per
pregiudizio, per una parola . Si chiama M.C. così lo ricorda il regista Francesco Cordio che gli ha dedicato il film ,
perché questo ragazzo così razionale e duro si è suicidato dentro la sua cella
. Non ce l’ha fatta ad adattarsi a quell’infamia,a tutta la violenza e
ingiustizia morale che lo ha umiliato ,
non lo ha voluto, ha preferito la morte totale . Un eroe. Un eroe che
non avrà mai una giustizia .
Uomini che uccidono altri uomini per un nulla
.
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