di Andrea Maori e Michele Guaitini, segretario e tesoriere di Radicaliperugia.org
La recente,
nuova, ordinanza del sindaco di Perugia (n. 436 del 30 aprile 2013) vieta ai
clienti delle prostitute di intrattenersi in alcune vie della città e di
fatto vieta, nelle stesse, l’attività di meretricio. Intrisa di moralismo insopportabile e scritta
con un linguaggio tipico delle questure degli anni Cinquanta,
l’ordinanza è una scorciatoia proibizionista che mira ad eliminare la
prostituzione per strada: obiettivo impossibile da raggiungere che avrà la
conseguenza di spostare il problema da una zona ad un’altra e di non risolvere
il problema della criminalità, laddove esiste. E’ ovvio che la prostituzione
va regolarizzata ma l’esperienza di questi anni dimostra che i risultati – di
fronte alle aspettative – non si sono ancora visti, pur avendo investito soldi
dello stato nelle retate, con mezzi e uomini della polizia e dei carabinieri .
Per noi quindi c’è poco da illudersi che qualcosa cambierà, se poi questi sono
i metodi che ad ogni cambio di stagione vengono riproposti.
Non va
dimenticato inoltre che le retate, i rimpatri forzati, gli abusi e egli arresti
ai danni delle prostitute non hanno fatto diminuire affatto il mercato del
sesso, mentre le
multe ai clienti, quando sono state sperimentate, hanno avuto anche esiti
tragici come il suicidio e nessuna incidenza sulle organizzazioni criminali che
si ingrassano con lo sfruttamento della prostituzione. Va invece tenuto
presente che dal 2000 si è creata una grossa rete di
associazioni di volontariato ma anche di enti locali che hanno avviato tutta
una serie di interventi di strada, di contatto con le donne e di sostegno e accoglienza delle vittime. Un
lavoro molto utile, di riduzione del danno e di sostegno alle donne più
sfortunate. Noi riteniamo che quella sia la strada maestra da seguire in
sede locale: per questo, con una petizione, nel 2012 chiedevano di potenziare i servizi di riduzione del danno già
in corso, con il rafforzamento delle unità di strada e di bassa soglia per
assistenza a tossicodipendenti e prostitute potenziamento dei fondi a favore delle
“case di fuga” e reintegrazione delle
borse lavoro al fine di un reinserimento lavorativo e il superamento delle ordinanze proibizioniste emanate
dalla Giunta Boccali. La petizione, dichiarata ammissibile, è stata poi respinta
senza motivi particolare. Anche su questa vicenda si misura una mancanza di progettualità generale della città.
Affermo che le Ordinanze Sindacali ed i Regolamenti di Polizia Urbana devono essere conformi ai principi generali dell'Ordinamento, secondo i quali la prostituzione su strada non può essere vietata in maniera vasta ed indeterminata. Di conseguenza, i relativi verbali di contravvenzione possono essere impugnati in un ricorso.
RispondiEliminaSi può chiedere anche al TAR dell'Umbria la relativa sospensione ed abrogazione.