Anche il Comune di Perugia non rispetta
le regole ignorando le centinaia di firme di cittadini che chiedono con una
petizione il “Potenziamento dei servizi di assistenza e di riduzione dei danni
legati al consumo di droghe illegali e di promozione della salute e di tutela
delle persone che si prostituiscono e dei loro clienti. Abolizione delle
ordinanze proibizioniste". La petizione, è stata depositata i primi giorni
di agosto e dichiarata ammissibile: si tratta di un atto che indica
una strada alternativa alla logica proibizionista sviluppata nel comune negli
ultimi anni.
Con la petizione si chiede di
potenziare i servizi di riduzione del danno già in corso, con il rafforzamento
delle unità di strada e di bassa soglia per assistenza a tossicodipendenti e
prostitute e il superamento delle ordinanze proibizioniste emanate dall’attuale
Giunta. Petizione ammissibile, quindi, ma i tempi previsti per l'adozione di
una decisone motivata sono scaduti da oltre due mesi così come previsto dallo statuto comunale e
dal regolamento sulla partecipazione che fissano in 90 giorni il termine
perentorio affinché Giunta o Consiglio comunale si pronuncino. Situazione grave
anche perché il formale sollecito perché
si rientri nella legalità è stato completamente ignorato. Troviamo grave
che non siamo stati convocati, nemmeno per una audizione , nelle commissioni
consiliari competenti. In questo quadro, va segnalato che il centro di Accoglienza a bassa soglia, di via Goldoni, che nasce nell'aprile
del 2000, come servizio di riduzione del danno dei rischi connessi
all’uso di sostanze stupefacenti rivolto a persone tossicodipendenti è
praticamente chiuso con ordinanza ed attualmente non si sa in quale struttura
può essere accolto. Ricordiamo che presso il centro opera un ’équipe di lavoro costituita
da 1 coordinatore dell’equipe e da 7 operatori sociali.
Un’istanza è stata
presentata per limitare il dilagare dell’affissione abusiva di manifesti
elettorali. In tutte le passate campagne
elettorali si assiste in tutta Italia al fenomeno dell’affissione abusiva di
manifesti elettorali nelle plance messe a disposizione dal comune. Bande di attacchini si prodigano giorno e
notte per ricoprire con i manifesti gli spazi che dovrebbero essere
destinati in ugual misura tra tutte le liste in competizione. Il tutto avviene con il complice silenzio
delle istituzioni. La polizia municipale che dovrebbe multare i
responsabili non ha mezzi e forze necessarie per fronteggiare le continue violazioni,
i pochi verbali elevati dalla Prefettura spesso finiscono nel nulla anche perché il Parlamento, con la lodevole eccezione del 2012, provvede all’unanimità
a fare sanatorie. Un doppio danno
per i cittadini che, oltre a non poter conoscere la completa offerta elettorale,
subiscono il danno erariale causato alle
casse comunali per le mancate contravvenzioni (ciascun manifesto abusivo
può essere sanzionato fino a 1.032 euro). Senza
dimenticare l’offesa al decoro cittadino se si pensa che la maggior parte
delle plance elettorali sono situate all’interno di aree verdi che sono
costantemente insozzate dai manifesti che vengono strappati per fare posto a
quelli nuovi. Il caso della campagna
elettorale del 2009 è emblematico: in pochi giorni abbiamo documentato con
tanto di nomi e foto qualcosa come 2.500 affissioni abusive di manifesti
elettorali. Eppure durante tutta la campagna elettorale sono state elevate appena 235
contravvenzioni e di queste non si sa quante siano state effettivamente
riscosse. Ma se da un lato il Comune di
Perugia è inerme difronte all’illegalità dei partiti politici, dall’altro
riesce a tartassare i cittadini con la Tosap e i commercianti con l’imposta
sulla pubblicità tramite il suo braccio
armato: la Dogre, cioè la società ha per oggetto sociale la gestione
delle attività di liquidazione e di accertamento dei tributi e quelle di
riscossione dei tributi e di altre entrate e delle attività connesse e
complementari indirizzate al supporto delle attività di gestione tributarie e
patrimoniali degli enti locali. Per
questo abbiamo presentato un’istanza al Sindaco del Comune di Perugia affinché,
come già avviene per Tosap e Imposta di Pubblicità, affidi ad una società concessionaria i compiti di accertamento e
riscossione in tema di affissioni abusive di manifesti elettorali.
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