di Michele Guaitini ed Andrea Maori, tesoriere e segretario di Radicaliperugia - Giovanni Nuvoli
E’ notizia di questi giorni
che Umbria Mobilità non ha la liquidità necessaria per pagare le
quattordicesime ai propri dipendenti.
La
politica tuona contro la Regione Lazio e il Comune di Roma che a loro dire sono
inadempienti nel pagamento dei loro debiti nei confronti dell’azienda di
trasporto umbra per un totale di 49 milioni di euro.
Peccato
che questi stessi politici non abbiano utilizzato le stesse parole di sdegno
nei confronti degli enti da loro amministrati che pagano i loro fornitori, per
lo più piccole e medie imprese, con ritardi di mesi e in qualche caso
addirittura di anni, costringendoli a dei veri e propri salti mortali per
“tirare avanti”.
Con la speranza che si trovi
al più presto una soluzione per far avere ai lavoratori le loro giuste
spettanze, chi ha responsabilità politiche pensi piuttosto a chiedere conto
senza indugio a amministratori e sindaci (i
cui compensi complessivi ammontano a circa 1 milione di euro annui), e agli
stessi soci, perché si debba correre frettolosamente ai ripari nelle afose
giornate di fine luglio quando la
situazione era a loro ben nota da più di un anno.
Già il bilancio del 2010
infatti riportava un margine di tesoreria (differenza tra liquidità differite e
immediate e passività correnti) negativo per circa 58 milioni di euro mentre
l’Amministratore unico nella sua relazione sulla gestione redatta il 26 magio
2011 scriveva testualmente “sebbene le dinamiche di tesoreria siano
costantemente monitorate […] l’incertezza
circa i tempi di incasso delle prestazioni rende sensibile il rischio di
liquidità e di variabilità dei flussi finanziari”.
E’ passato più di un anno ma a
parte l’aumento dei prezzi dei biglietti e il taglio di alcune corse, quali
interventi sono stati adottati per prevenire i problemi di oggi?
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