Pubblichiamo qui sotto la risposta di Mao Valpiana, presidente del Movimento Nonviolento, a Marinella Correggia che ha pubblicato un articolo dal titolo Libia: il silenzio dei pacifisti ha ucciso. Nell'articolo si parla della prossima marcia della pace Perugia-Assisi in questo modo: <<All'ipocrita Marcia Perugia Assisi che si svolgerà il 25 settembre avrei voglia di andare con un cartello: "Libia. Il silenzio dei pacifisti ha ucciso". Molti del "movimento" e della "società civile" adesso arriveranno, a fare il business umanitario laggiù, parallelamente al business della ricostruzione e del petrolio. Vincono sempre gli scrocconi di guerra che sono tanti e su tutti i fronti. Ce n'è di che voler stracciare il passaporto e non rifarlo.>> La marcia della pace Perugia-Assisi è da molti anni al centro della riflessione politica anche del mondo radicale. L'intervento di Valpiana, che ha il merito della chiarezza, si inserisce, a mio modo di vedere, anche se da un punto di vista esterno al mondo radicale, per i temi che affronta, all'interno di quel dibattito. Andrea Maori
Cara Marinella Correggia,
non sono d’accordo. Sulla guerra in Libia dici che “il silenzio dei pacifisti ha ucciso”, lasciando intendere che se avessero parlato le cose sarebbero andate diversamente. Ma purtroppo non è così.
Sai bene che milioni e milioni di persone che nel febbraio del 2003 sono scese in piazza contro la guerra in Iraq “senza se e senza ma”, non hanno ritardato di un giorno l’inizio dei bombardamenti.Illudersi di fermare una guerra quando i motori degli aerei sono già accesi, è una sciocchezza immane, imperdonabile per un movimento che dovrebbe aver raggiunto una certa maturità.
La Marcia Perugia-Assisi, che tu bocci come “ipocrita”, ha cinquant’anni di storia alle spalle, ed ha attraversato la guerra d’Algeria, del guerra del Viet-nam, la guerra fredda, la guerra nel Golfo, la guerra nei Balcani, la guerra in Cecenia, la guerra in Iraq e la guerra in Afghanistan.
Aldo Capitini, ideatore della prima marcia, era un “oppositore integrale alla guerra” (e spero che tu non voglia mettere in dubbio anche questo), ma non si è mai posto l’obiettivo velleitario di fermare una guerra in corso (nemmeno quelle scellerate volute dal fascismo), ben sapendo che le radici delle guerre sono forti e profonde e possono essere debellate solo con un ampio movimento di resistenza e non collaborazione nonviolenta. Alla costruzione di un Movimento Nonviolento, che è il frutto principale della prima marcia Perugia-Assisi, Aldo Capitini ha dedicato gli ultimi anno intensi della sua vita, proprio per avere a disposizione uno strumento di “opposizione integrale alla guerra”.
Il punto decisivo, cara Marinella, per me è proprio questo: se vogliamo contrastare efficacemente la guerra, noi dobbiamo distruggere gli strumenti che le guerre rendono possibili, cioè le armi e gli eserciti. E su questo i pacifisti integrali, cioè i nonviolenti, non hanno mai taciuto, e quindi non sono accusabili di silenzi complici, nemmeno per la guerra in Libia.
L’errore madornale in cui spesso cade il movimento per la pace, è quello di chiedere ad altri (all’Onu, all’Europa, ai governi – cioè ai responsabili primi) di fermare la guerra, di ritirare le truppe. E’ una dichiarazione di impotenza. Il compito del movimento pacifista, invece, dovrebbe essere quello di mettere in atto campagne di reale dissociazione dalla guerra (obiezione alle spese militari, obiezione di coscienza, boicottaggi, ecc.) e nel contempo avviare le alternative ai conflitti armati (corpi civili di pace).
Se vogliamo davvero evitare la prossima guerra (Iran o Siria?) dobbiamo da oggi combattere il militarismo in casa nostra, tagliare le spese militari, non pagare per le missioni belliche all’estero, fare obiezione di coscienza ad ogni manifestazione militare, contestare l’esercito. Il lavoro della nonviolenza è soprattutto preventivo, anche se non fa chiasso.
Stiamo attenti a non confondere il movimento con l’agitarsi a vuoto, e il silenzio con il lavoro umile.
Cara Marinella, il Movimento Nonviolento è co-promotore della marcia Perugia-Assisi “per la pace e la fratellanza dei popoli” per farne un’occasione importante di crescita di tutto il movimento pacifista verso la nonviolenza. Spero di trovarti al mio fianco mentre cammini con il tuo cartello. Il mio dirà: “Contro la guerra di domani, disarmiamoci oggi”.
Mao Valpiana
Presidente del Movimento Nonviolento
Verona, 6 settembre 2011
Nessun commento:
Posta un commento