venerdì 14 gennaio 2011

Diritto alla salute: interrogazione della deputata radicale Farina Coscioni sul mancato rimborso di cure per una malata presso il reparto oncologia dell'ospedale di Perugia

Al ministro della Salute,

per sapere, premesso che da notizie di stampa e da quanto riferito dalla signora Arma De Prisco, anestesista precaria dell’ASL di Salerno, la madre, affetta da una grave forma di tumore polmonare, è stata, letteralmente “messa alla porta dal reparto Oncologia dell’ospedale di Perugia, dove si trovava in trattamento chermioterapico;

il provvedimento sarebbe stato motivato dal fatto che la regione Campania non paga il migliaio di euro necessari per la sua terapia;

la signora, inoltre, ha fatto ritorno a Salerno senza avere alcuna indicazione di centri di eccellenza alternativi dove recarsi, e ora dovrà sottoporsi ad un altro calvario, quello delle prenotazioni presso altre strutture, dove le liste di attesa anche per la radioterapia sono lunghissime;

sembra che la signora De Prisco non sia che la prima di una lunga serie di pazienti oncologici che dovranno rinunciare alle terapie fuori regione, perché l’ASL Umbra ha emesso una circolare che mette nella “lista nera” i pazienti provenienti dalla Campania, e specificatamente dall’ASL di Salerno;

i funzionari di Perugia hanno spiegato alla signora De Prisco che la ASL di Salerno non effettua i rimborsi delle prestazioni in day hospital e di conseguenza da febbraio 2011 tutto sarà bloccato;

che la signora De Prisco beneficiava di una prestazione salvavita, che ha portato tra l’altro non pochi giovamenti e registrava un progressivo rallentamento della diffusione delle metastasi polmonari;

che il timore ora è che i protocolli di Perugia non siano esattamente applicati in altri centri, se e quando si riuscirà a trovare una nuova collocazione;

che in provincia di Salerno di parla di liste di attesa fino a sei mesi per la chemioterapia e la radioterapia;

che gli ammalati oncologici vivono dunque il dramma di doversi sottoporre a pesanti trattamenti farmacologici o radioterapici in centri distanti centinaia di chilometri dalle loro residenze; e ora di vedersi rifiutare i trattamenti in regime di assistenza da parte del servizio sanitario nazionale se praticati fuori regione;

quali urgenti iniziative si intendono adottare, promuovere, sollecitare in ordine a quanto sopra esposto e denunciato;

se non si ritenga in particolare di dover predisporre un’indagine conoscitiva per conoscere quanti pazienti della provincia di Salerno si trovano nelle condizioni della signora De Prisco, quanti siano i pazienti in lista d’attesa per trattamento farmacologico o radioterapici negli ospedali “Pascale” e “Umberto I” di Napoli;

se si ritenga che la circolare della ASL Umbra, che ha posto i pazienti originari di Salerno in una “lista nera” a cui non prestare cure se non pagate direttamente dagli stessi malati, sia compatibile non solo con i doverosi sensi di umanità e solidarietà cui tutti siamo tenuti, ma con il dettato costituzionale, secondo il quale è diritto di ogni cittadino avere le cure necessarie per le malattie di cui è affetto.

Nessun commento:

Posta un commento