Siamo nel novembre 2008 e si celebrano le forze armate in un anniversario che ha come data di riferimento il 4 novembre. Chiunque si rechi nel centro di Perugia può trovarsi di fronte ad un carro armato accanto alla Fontana Maggiore, su cui si arrampicano bambini entusiasti immortalati da genitori alle prese di videocamere e cellulari, a eternare lo storico evento. Le divise piacciono molto, come sono sempre piaciute, e tutto l’insieme ha un aspetto muscolare e glamour, davvero contemporaneo…
Senza entrare nel merito delle modalità scelte dall’esercito per festeggiare la ricorrenza, mi rendo conto di quanto, a fronte di una cultura militarista piuttosto tonica, la cultura della nonviolenza sia poco espressa, conosciuta, affermata anche nella mia città. Da questo impulso, da questa presa di coscienza, nasce, durante una giornata di studio su Capitini promossa dal movimento radicale perugino, l’idea di mobilitarsi per ricordare a noi in primis, e insieme a noi, ai nostri concittadini, che Perugia e l’Università per Stranieri hanno trovato in un momento di particolare, drammatico bilancio, dal 1944 al ’46 la forza per ripartire con una figura di pensatore e uomo di lettere cui non è importante aggiungere altro elemento retorico, bastano nome e cognome: Aldo Capitini. Da quel momento l’idea è diventata azione. Cittadini firmavano ai nostri tavoli organizzati in strada da Andrea Maori ed altri, io raccoglievo adesioni all’interno della mia Università. Sono contenta di poter affermare che questa volta, facendomi carico dell’iniziativa, ho trovato ascolto presso il personale amministrativo, presso i colleghi docenti, presso i vertici istituzionali. E ho trovato la forza di perseverare grazie alla spinta che mi è venuta da una giovane collega, Nicoletta Santeusanio, che mi ha affiancato nella divulgazione dell’iniziativa. Ora, oggi, la terra e il cielo della democrazia finalmente si sfiorano: la base cittadina che è entrata in azione è stata ascoltata dai vertici istituzionali, che sono qui presenti come espressione della cultura e del governo politico della città. E’ un bel pomeriggio, questo martedì 12 gennaio, un bel momento in cui diamo voce duratura, ri-conoscenza e affermazione alla cultura della nonviolenza. Sarà ancora più bello, da oggi in poi, quotidianamente entrare all’Università per stranieri : per insegnare, per imparare.
Elisabetta Chiacchella
docente di Lingua Italiana, Università per Stranieri di Perugia
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