Nel rapporto 2009 di Freedom House (organizzazione non-profit e indipendente fondata negli Stati Uniti nel 1941 per la difesa della democrazia e la libertà nel mondo) l’Italia viene retrocessa per la prima volta da Paese 'libero' (free) a 'parzialmente libero' (partly free), unico caso nell'Europa Occidentale insieme alla Turchia.
“Un declino che dimostra come anche democrazie consolidate e con media tradizionalmente aperti non sono immuni da restrizioni alla libertà”. Su un punteggio in scala a 100 (i meno liberi), l’Italia ottiene 32 : è l’unico Paese occidentale con una pagella così bassa. I migliori restano le nazioni del Nord Europa e scandinave: Islanda, Finlandia, Norvegia, Danimarca e Svezia. Secondo Karin Karlekar, la ricercatrice che ha diretto lo studio, il “problema principale dell’Italia”, è Berlusconi, poiché “il suo ritorno nel 2008 ………… ha risvegliato i timori sulla concentrazione di mezzi di comunicazione pubblici e privati sotto una sola guida”, sostiene. “La libertà di parola è stata limitata da nuove leggi, dai tribunali, dalle crescenti intimidazioni subite dai giornalisti da parte della criminalità organizzata e a causa dell'eccessiva concentrazione della proprietà dei media". Poco più di un terzo dei 195 Paesi esaminati garantiscono attualmente la libertà di stampa: sono classificati 'free' solo 70 Stati, il 36% del campione. Sessantuno (il 31%) sono 'parzialmente liberi' e 64 (il 33%) sono 'non liberi'. Secondo l'indagine, solo il 17% della popolazione mondiale vive in Paesi che godono di una stampa libera.
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